In casa custodiva un piccolo tesoro costituito da documenti storici provenienti da chiese, Archivi di Stato, Comuni. Tutti beni non commerciabili e in alcuni casi tutelati.
Erano saltati fuori nel corso di una perquisizione e avevano portato un bel po' di guai a un uomo di Borgosesia di 43 anni, residente nel biellese, che si era preso una denuncia di per ricettazione e violazione di un articolo della legge sulla tutela dei beni culturali.
Tra i beni archivistici recuperati dalle forze dell'ordine c'erano un registro dei battesimi tra il 1797 e i l837 proveniente dall’archivio della Diocesi di Vercelli; il registro della parrocchia di Santa Maria di Lucedio di Trino (dal 1714 al 1755); un registro dei matrimoni e dei defunti appartenente sempre a Lucedio, documenti ecclesiastici provenienti dagli archivi parrocchiali della Diocesi di Vercelli, un registro degli atti di morte della parrocchia di Sant’Ambrogio di Sordevolo del 1845. E poi cartelle cliniche dell’archivio storico dell’ospedale Regina Elena di Roma e altri documenti comunali provenienti dagli archivi di Cellio, Valduggia, Borgosesia, Gattico e Maggiora. Tantissimo materiale storico di gran valore, del quale l'uomo non aveva spiegato in modo convincente l'origine.
Finito sotto processo, il borgosesiano ha potuto beneficiare di un'intervenuta prescrizione; il giudice, pur pronunciando una sentenza di non luogo a procedere, ha comunque disposto la restituzione di tutti i beni archivistici in sequestro ai rispettivi enti proprietari oppure all’Archivio di Stato competente per territorio.