COSTUME E SOCIETÀ - 09 settembre 2016, 09:15

Ferro di Cavallo…un simbolo della tradizione (Parte 2)

Dal più classico “cornetto” al più stravagante “oggetto o gesto scaramantico”, chi di noi può affermare serenamente di non aver mai portato con sé un oggetto portafortuna o, di non aver compiuto un gesto scaramantico, almeno una volta nella vita, per propiziarsi la buona sorte o come aiuto per la vita di tutti i giorni?

continuazione della parte 1….…

La sua chincaglieria fu acquistata. Con quel primo suo guadagno se ne procurò dell’altra, e così via via sino a che, col trascorrere degli anni, divenne proprietario di un bel fornito negozio che in poco tempo lo arricchì. L’altro compagno non smise mai l’ozioso vagabondaggio. Invecchiato, lacero, affamato si recava spesso dal suo fortunato compagno, chiedendogli l’elemosina. Egli non gliela rifiutava, e poiché provava compassione era generoso. Però invece di consegnargli in mano le monete le lasciava cadere in terra, affinché il vagabondo si curvasse per raccattarle.

Poi un giorno gli disse: ”Non credere che io agisca così in segno di disprezzo. Voglio solo dimostrarti che se quel giorno tu ti fossi degnato, come ho fatto io, di prendere in considerazione un umile ferro di cavallo, e ti fossi curvato a raccoglierlo come fai ora di queste monete, non ti troveresti in così misera condizione, e non saresti costretto a piegarti e ad umiliarti per avere ciò che ti è necessario per toglierti la fame”.

E qui finì la novelletta. La credenza che il ferro di cavallo porti fortuna a chi lo trova e lo raccoglie è diffusa ovunque, ad ogni modo la fantasia popolare del Biellese ha voluto dare, con questa vecchia narrazione, a tale credenza un perché ed una ragione.

Tratto da L’insidia del Meriggio di Virginia Majoli Faccio. Edizioni ieri e oggi.

Amuleti e Talismani.

“Una superstizione dura più di una religione.”     THÉOPHILE GAUTIER.

Amuleti e talismani, nella convinzione popolare hanno la funzione di proteggere dal male, di attirare la fortuna o di far succedere un evento particolarmente desiderato. Sono comuni a tutte le culture della nostra civiltà, oggetti antichissimi, il cui uso si perde nella notte dei tempi.

Lo scrittore antico Plinio il Giovane, definisce “amuleto” un oggetto raccolto in natura oppure realizzato a mano, volto a preservare il proprietario da pericoli, dolori e rischi causati dagli spiriti maligni. Protegge chi lo indossa dalle malattie, dalle maledizioni e da altre forze pericolose.

Il “talismano” è invece un portafortuna, ha il compito di attirare le energie positive oppure di ampliare la sfera del bene già esistente: benessere, salute e successo professionale.

Comunque il ferro di cavallo se appeso alla parete, o da qualche altra parte, per funzionare deve avere sempre le estremità rivolte verso l’alto. Toccarlo porta fortuna e ricchezze, ma non dev’essere nuovo, bensì appartenuto e perso dal quadrupede. Si dice che se proviene dagli zoccoli posteriori, porti sfortuna: “Ferru davanti a casa va avanti, ferru d’arréri a casa va d’arréri” (Pitrè).   

Gli egizi lo consideravano un portafortuna, per la sua somiglianza alla mezzaluna, il simbolo di Iside mentre i cinesi, ne vedevano la somiglianza al corpo curvato di Nagendra, il serpente sacro.

Nell'esercito romano le truppe marciavano a piedi e solo gli ufficiali andavano a cavallo per cui, la perdita di un ferro da zoccolo causava una sosta, con il conseguente bramato riposo per le truppe. Rubare o trovare ferri di cavallo era così diventato un gioco tra i soldati e chi ne trovava di più era il vincitore, e quindi il più fortunato mentre per i turchi, il ferro di cavallo, ricordava la mezzaluna, simbolo di fertilità e fortuna.

Propiziatorio di energie positive, il ferro di cavallo è utilizzato da tempo, per il suo significato extrasensoriale. La credenza collettiva su questo oggetto, affonda le sue radici nell’antichità ed è legata ai rapporti tra contadini e cavalieri. I primi erano molto poveri e, allorché dalle loro misere dimore vedevano sfrecciare i cavalieri avvolti nei loro splendidi mantelli, equipaggiati di speroni e corazza, speravano che il cavallo del cavaliere perdesse un ferro. Allora il cavaliere era costretto a fermarsi e il contadino poteva dargli una mano e rimediare così qualche moneta in cambio dell’aiuto prestato. Il guadagno economico rapido e facile ottenuto dai contadini con questa pratica, ha diffuso la credenza che trovare un ferro di cavallo e tenerlo in casa porti fortuna. Chi infatti lo troverà per caso, ne trarrà ottimi auspici. Porta fortuna è anche il ferro di cavallo ricevuto in regalo, provvisto di chiodi, meglio se dispari. Anche il numero dei fori che circondano il ferro, se è cospicuo, porta bene.

Toccare ferro protegge contro la iettatura e i presagi negativi e, più in generale, tutela chi si sente in pericolo. Nell'antica Roma, nel posto in cui cadeva un epilettico si infiggeva un chiodo di ferro. Plinio, come rimedio contro il singhiozzo, consigliava di toccare un ferro di cavallo. Era vietato usare chiodi o utensili di ferro nella costruzione del tempio di Gerusalemme. Il ferro di cavallo, appeso allo stipite della porta, protegge la casa dalla sfortuna: ma soltanto con i bracci all'ingiù.

Il ferro di cavallo veniva messo al collo delle partorienti per favorire le doglie.

Secondo la tradizione popolare, è utile nella cura dei morsi di cani rabbiosi e contro il veleno dei serpenti. Stonehenge, località inglese a nord di Salisbury, è una costruzione antecedente al II millennio avanti Cristo, orientata astronomicamente e destinata al culto solare. Il monumento megalitico è formato da un cerchio di trenta monoliti, alti quattro metri, che racchiudono cinque triliti disposti a…ferro di cavallo.

Cosa significa sognare un ferro di cavallo?

Per avere interazione o incontrare o per vedere un ferro di cavallo, quando si sta sognando si erge a simbolo e segno per fortuna e successo nelle ambizioni e aspirazioni. Può anche indicare un matrimonio o un rapporto speciale in un prossimo futuro. Tutta l’energia che si sta mettendo in un compito, progetto, piano o programma …Se il ferro di cavallo è rivolto verso il basso, ha il significato opposto ed è considerato sfortunato.

Il pensiero di Jung.

Secondo Jung, il celebre psicanalista che ha esplorato a lungo le parti più profonde del nostro inconscio, i casi fortunati appartengono alle sincronie, ovvero ad avvenimenti apparentemente indipendenti tra loro che si verificano contemporaneamente e sono legati da un significato.

Se un nostro amico ci parla di un viaggio nel deserto, il mitico film Laurence d'Arabia viene trasmesso alla televisione, e facendo la spesa troviamo degli asciugamani da spiaggia con disegnati dei dromedari...vuol dire che ci ritroviamo immersi nelle sincronie!!!

Tra la massa di informazioni che riceviamo dall'esterno, la vita attira la nostra attenzione su quelle importanti. Negli anni ’50 lo psicoanalista, insieme al fisico Wolfgang Pauli, valutò la possibilità dell’esistenza di uno spazio-tempo spirituale alternativo a quello materiale ed estraneo alle leggi della causalità.

Una questione di intuizione

A cosa serve il caso? È una strategia necessaria per la vita e serve a far emergere una nuova priorità. Grazie alla sorpresa dovuta a un avvenimento improbabile, a un incontro, una serie di coincidenze, avremo l'occasione di rimetterci in moto in un momento della nostra vita in cui ci sentiamo schiacciato dagli impegni o sul punto di cadere in una sorta di grigia routine. In realtà, le coincidenze non sono poi così rare: per poterne approfittare occorre saperle riconoscere e quindi imparare a osservare il mondo che ci circonda, disfarsi dell'eccesso di razionalità e sviluppare la facoltà intuitiva. 

Secondo il principio di causa-effetto, i fenomeni non possiedono precise finalità, sono connessi nello stesso spazio e dalla stessa origine, ma si materializzano in momenti diversi; al contrario, gli eventi sincronici, alla stregua dei processi inconsci, sono contemporanei e legati da significati complessi, condividono il fine ma non la causa.

“L'insistenza sulla chiarezza a tutti i costi è basata su pura superstizione circa il modo in cui funziona l'intelligenza umana.”   ALFRED NORTH WHITEHEAD.

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Maurizio Platone