E' andata bene. Un'altra storia, un altro salvataggio. Questa volta è successo al ponte della Pistolesa nel comune di Valdilana, ieri pomeriggio poco dopo le 16. E a cercare il salto nel vuoto è stata una biellese tra i 50 e 60 anni. A salvarla un lavoro di equipe incredibile tra semplici cittadini, carabinieri di Biella e Valle Mosso, operatori di Parco Avventura, sanitari del 118 e vigili del fuoco. Attimi concitati, durante i quali non si ha il tempo di pensare ma l'istinto va oltre ad ogni logica. Ma a salvare la vita della donna è stato sicuramente il lavoro di gruppo.
Il gesto. A notare la donna oltre la protezione, al centro del ponte della Pistolesa, a 152 metri di altezza, è stato un automobilista. Si è fermato, ha allertato il 112 ed ha iniziato a urlare e chiedere aiuto. Una donna dalla corporatura robusta, completamente ubriaca stava tentando il gesto estremo. In quei frangenti non sappiamo cosa l'uomo abbia detto e fatto per impedire il salto nel vuoto. Nel giro di poco tempo sono arrivati i carabinieri della radiomobile di Biella e l'ambulanza del 118. Poi i militari di Valle Mosso. Intanto un drappello di altri automobilisti e passeggeri si è fermato. Ognuno con lo stesso obiettivo: salvare quella vita. C'erano uomini che si sono tolti le cinture dei pantaloni per legare i polsi della donna alla grata lungo il ponte. Quella sicurezza posticcia risultata, a posteriori, fondamentale.
L'intervento di Marta. Ha 20 anni è soccorritrice al Parco Avventura Veglio, un luogo adatto a chi desidera trascorrere una giornata all'aria aperta. Marta è accorsa dopo poco. Giunta a metà del ponte si è resa subito conto che doveva intervenire. Lei che l'imbrago l'aveva già addosso, così come il casco di protezione per il parco aperto al pubblico. "Non pensavo di essere utile ma non avevo scelta, non volevo e potevo tirarmi indietro -racconta l'operatrice-. Mi sono arrampicata, mi sono sporta nel vuoto dalle cosce alla testa, tenuta per le gambe dal mio collega Samuele, dai carabinieri e non so dire da chi altro. Questa donna stava malissimo, non capiva nulla. La paura era che, essendo in completo stato di ubriachezza, perdesse conoscenza da un momento all'altro". Fosse successo questo, per lei, probabilmente sarebbe stato fatale. "Le ho messo una corda sotto le ascelle bloccata dai moschettoni -dice ancora Marta-. A quel punto non sarebbe mai potuta cadere. Poi l'arrivo dei vigili del fuoco che hanno provveduto a metterla in salvo. Ho agito in totale sicurezza, non voglio prendermi nessun merito perchè è stato un lavoro di gruppo, terminato con l'opera dei pompieri".
Il lieto fine. Con forza, i vigili del fuoco l'hanno alzata, fatto scavalcare la rete e posizionata la biellese sulla barella dell'ambulanza del 118. A quel punto tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma come ha potuto questa donna arrivare fino a metà del ponte? E' la domanda alla quale nessuno dei presenti ha saputo rispondere. E forse non avrà mai una risposta certa. Oggi però possiamo esultare per un'altra vita strappata alla morte. E questo ci basta. Grazie a Marta, Samuele, ai cittadini, ai carabinieri di Biella e Valle Mosso, all'equipe del 118 e ai vigili del fuoco intervenuti con le squadre di Ponzone e Biella. Non sappiamo tutti i nomi ma di certo ora conosciamo il loro valore.