Sulle montagne dell’Alta Valsesia, nel piccolo comune di Piode, si trova il santuario della “Madonna delle pietre grosse” che, con tutta evidenza, cristianizza un antico sito di spiritualità pagana legato a culti megalitici.
Il piccolo santuario si trova sulla sponda destra del Sesia, sulla ripida strada montana che conduce all’alpe Meggiana ed é eretto in un luogo dove c’é una singolare concentrazione di massi erratici giganteschi che, secondo la leggenda di fondazione, sarebbero caduti staccandosi dalla montagna ma lasciando incolume un pastorello ed il suo gregge e senza danneggiare una piccola cappella già esistente anche se per tradizione si indica come anno d’erezione il 1667.
Già nel 1847 il geografo regio Goffredo Casalis scriveva che “i piodesi, e i terrazzano dei luoghi circonvicini tengono in grande venerazione un oratorio di Piode detto delle Pietre Grosse. In quell’oratorio, considerato come un piccolo santuario, si recano sovente a venerarvi un’antica, prodigiosa immagine della Gran Madre di Dio”.
La chiesa era particolarmente frequentata dai soldati che partivano per la prima guerra mondiale che al ritorno vi facevano collocare numerosi quadretti ex voto e chissà che non si portassero dietro per protezione schegge di quelle pietre, come facevano i devoti montanari del santuario della grande roccia di San Besso sul Gran Paradiso.
Come nei luoghi della tradizionale religiosità naturale, oltre a questa singolare concentrazione di massi, si trova vicino alla cascata formata dall’impetuoso rio Riale e ci si immerge in un’atmosfera mistica sia per l’altezza di un pendìo scosceso che per i boschi che fanno da corona alle misteriose ed affascinanti “Pietre grosse”.
Davanti al masso su cui é stata costruita la chiesa se ne vede un’altro immenso dov’é stato eretto il campanile e da un passaggio fra le rocce si entra nello spazio erboso difeso da una grande costruzione megalitica, circondato da diverse altre, enormi rocce alte diversi metri.
Un vero e proprio labirinto megalitico.
Oltre tutto c’é un vero e proprio enigma, rappresentato da una celletta ad altezza umana creata cementando una parete nella roccia proprio dove il passaggio fra le pietre é più stretto e le pareti più alte. Oggi é utilizzata come magazzino ed é chiusa da una porticina di legno, ma tutto porta a pensare che l’antro pietroso avesse un uso davvero importante. Per adesso, la piccola cripta resta un mistero, così come evoca un ruolo d vera e propria ara rituale il grande masso squadrato dalla natura che sovrasta la piccola radura fra le grandi pietre dove sembra logico ci fossero gli incontri dei fedeli dal più lontano passato.
Poiché i massi vengono abitualmente usati per una palestra di roccia, nel sito “Arrampicare in Valsesia” viene pubblicata una mappa della zona del singolare santuario ed una delle grandi pietre viene indicata col nome evocatore di “Sasso scivolo” che richiama i massi propiziatori di maternità su cui le donne scendevano a precipizio nel “Ròch dla sguja” della Bessa, del santuario di Machaby e di Bard in val d’Aosta e del “Sasso scivolone” della Val d’Ossola.
La possibilità che anche a Piode la devozione popolare sia stata incentrata sulla fertilità femminile trova qualche conferma anche nel fatto che il dipinto tradizionale che si crede realizzato sul muretto della cappelletta più vecchia e poi inglobato dentro alla chiesetta raffiguri proprio le Madonna col bambino in grembo. Forse non per caso, la festa della “Madonna delle pietre grosse” di Piode si celebra oggi la prima domenica di settembre e la si fa coincidere con la liturgia della “Natività della Vergine”.
Il nome tradizionale del paese é “Piòvi” che deriva direttamente dal termine “piòve”, cioé le pietre.
Quelle magiche del sito megalitico ?
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