Mercoledì 21 ottobre, è stato presentato il libro dedicato alla mostra sulla Ceramica Pozzi curato da Alfonso Stellato. Il libro, realizzato grazie alla fondamentale collaborazione di Cinzia Petterino, che ha curato l’impaginazione e la il progetto grafico, riveste di particolare valore storico e culturale per la Città di Gattinara e per il suo territorio perché racconta attraverso immagini quella che è stata una delle maggiori realtà industriali del territorio, che ha occupato moltissimi gattinaresi.
Stellato ha passato una vita alla Pozzi, entrato in ceramica, come da tutti veniva chiamato lo stabilimento gattinarese, nel 1970, quando aveva 17 anni, rimase fino a quando ha chiuso agli inizi degli anni Novanta, lavorando prima nella catena di produzione dei lavabi e poi al reparto spedizioni. Dopo aver curato la mostra, che si è tenuta in Villa Paolotti dal 24 giugno al 30 agosto 2019, Alfonso Stellato ha deciso di realizzare questo libro che traccia un percorso compiuto e attento degli avvenimenti maggiormente significativi della Pozzi. L’autore riesce a far dialogare, in maniera significativa, le immagini e il testo suscitando emozioni, ricordi e, come tale, capace di tramandare una storia che è identità della vita sociale di tanti gattinaresi e della nostra Comunità.
Nella Gattinara del primo Novecento la storia della Manifattura Pozzi, anche se sembra strano, è legata a quella delle vigne, infatti proprio a seguito della disastrosa grandinata del 1905, “Al tampastun dal cinq”, che aveva messo in ginocchio la viticoltura locale è nata la più grande industria del territorio gattinarese. Nel 1906 il Comune era disposto a fare ponti d’oro a qualsiasi impresa industriale che s’installasse nella zona, da Milano giunse l’azienda di Francesco Pozzi, specializzata nella produzione di terracotte e refrattari. Il 12 dicembre 1906 veniva costituita “statutariamente” la Manifattura Ceramica Pozzi spa, dotata di un capitale iniziale di un milione. La fabbrica sorge attigua alla ferrovia Santhià-Arona, inaugurata all’inizio del 1905. In pochi mesi vengono costruiti a tempo di record impianti, strutture edilizie, forni. Il 15 settembre 1907 incomincia la produzione: stufe di maiolica, refrattari, vasi da fiori, fumaioli. Gli operai sono sei, ma nel giro di pochi mesi salgono ad oltre 50.
Dopo il secondo conflitto mondiale, quando prende avvio il grande “boom” degli Anni ’50 e ’60: all’immigrazione veneta del primo dopoguerra si aggiunge l’immigrazione meridionale. Le maestranze passano gradatamente da 550 a 1300 e Gattinara tocca il suo massimo incremento demografico, con quasi 10 mila abitanti. Dopo la straordinaria crescita occupazionale e la stabilizzazione, La Pozzi, diventata nel frattempo Pozzi – Ginori, conobbe un calo irreversibile. Le alterne vicende degli Anni ’80 sono caratterizzate da rinnovamento d’impianti, cambi di programma, speranze e delusioni, fino a giungere all’epilogo, con la sentenza del 26 marzo 1993, che decretò la chiusura dello stabilimento. "Un grazie quindi ad Alfonso Stellato – commenta il Sindaco – che si è prodigato per realizzare la mostra e poi per fare questo libro. Stellato che sebbene non è originario di Gattinara e più gattinarese di molti altri e in questi anni ha sempre dimostrato un particolare attaccamento alla nostra città e alla sua storia".
I libri possono essere prenotati telefonando direttamente ad Alfonso Stellato al 348 9620637