«Oggi come a maggio siamo qui per chiedere la scuola riapra, e siamo a richiamare l'attenzione sui bambini e sui ragazzi che, da un anno, sono di fatto chiusi in casa, dietro a uno schermo, con la loro vita in sospeso, in attesa che la situazione sanitaria migliori». Lo dicono mamme e papà che, anche a Vercelli, hanno animato insieme ai loro figli una breve manifestazione per chiedere che scuola, parchi, attività sportive e culturali per bambini e ragazzi non vengano considerati un elemento “trascurabile” nella formazione delle nuove generazioni.
Partita attraverso un tam tam social, così come era avvenuto in primavera, la manifestazione ha visto la partecipazione anche di Cristina Sasso, mamma e insegnante protagonista, da giorni, di una quotidiana manifestazione di protesta avviata per accendere l'attenzione sui temi della scuola. Sasso, insegnante a Scopello, ogni giorno manifesta un'ora, da sola, in strada, per ricordare che i bisogni educativi dei bambini sono comuni nelle grandi come nelle piccole realtà, ma che ogni scuola fa storia a sé quanto a numeri, logistica e possibilità di svolgere le attività in sicurezza. «Abbiamo fatto un passo indietro – dice -. La scuola ha investito in protocolli di sicurezza, igienizzati, impegno. I bambini si comportano bene e un modo rispettoso delle regole e i contagi sono stati minimi. Abbiamo messo in standby delle generazioni di giovani e le conseguenze si vedranno solo nel lungo termine».
Tra i promotori anche Franco Pistono, ex assessore comunale all'Ambiente che mostra un cartello con la definizione di “benessere” contenuta nei documenti dell'Oms: «Benessere non è solo l'assenza di malattie. Dobbiamo restituire ai nostri bambini il diritto a stare insieme, ad avere una vita normale, a poter animare parchi e piazze con i loro giochi».
A portare la solidarietà di genitore e consigliere regionale anche Alessandro Stecco che, insieme al consigliere comunale Giovanni Fortuna, si è intrattenuto in piazza per uno scambio di opinioni con i genitori.