COSTUME E SOCIETÀ - 11 aprile 2021, 09:34

"Ciliegio e la piccola Fatima". Il racconto della domenica, di Antonella Scalcon VIDEO

Le fiabe del clowndottore biellese del Naso in tasca

In un parco di una città c'era un grande ciliegio. L'albero, un tempo imponente e ricco di foglie, fiori e frutti ora era spoglio e grigio. La primavera aveva fatto risvegliare la natura ma non Ciliegio che se ne stava lì triste, immobile con i rami pesanti rivolti verso il basso.

Le poche foglie rimaste stavano volando via, una dopo l'altra, posandosi sui rifiuti e cartacce che le persone gettavano a terra incuranti di lui.

Nel tempo Ciliegio aveva visto quel pezzo di mondo cambiare, non c'erano più i bambini intenti a giocare insieme, erano seduti in un pezzettino di parco a tenere strette le loro macchinine o bambole che non condividevano con nessuno. I più grandi avevano in mano il cellulare che li scollegava dalla realtà.

Ogni tanto Ciliegio sentiva litigare le persone per motivi futili e con tanta rabbia nel cuore. Tutti questi pensieri, giorno dopo giorno, lo avevano fatto ammalare di tristezza.

Anche gli uccellini che venivano a fargli visita e a cercare casa tra i suoi rami erano svaniti nel nulla. La mancanza delle fronde per costruire il loro nido li aveva costretti a cambiare rotta e a cercare altri alberi su cui posarsi.

Il grande ciliegio si sentiva sempre più solo e aveva deciso di lasciarsi andare.

Sotto all'albero si fermava spesso una bimba: Fatima guardava da lontano, con i suoi occhi curiosi, l'albero triste.

<Chissà come mai non ci sono più i suoi bellissimi fiori – pensava Fatima – e quei frutti rossi così gustosi>.

Un giorno la bambina vide su una panchina un anziano che se ne stava curvo appoggiato al suo bastone di legno. Si prese coraggio e si avvicinò.

<Mi scusi – disse la piccola Fatima – ma lei sa perché l'albero è così spoglio? Sono molto triste per lui>.

Il vecchio posò lo sguardo sulla bambina e la guardò con tenerezza. Invitandola a sedersi accanto a lui.

<Sono anni che vengo nel parco – disse – ci venivo con mia moglie e con i miei figli. Ci sedevamo sotto all'albero a parlare con la schiena appoggiata al tronco. I bambini si nascondevano. In primavera i rami erano pieni di fiori. Era una meraviglia. Poi d'incanto spuntavano i frutti che mangiavamo insieme. Per anni è stato così. Poi è arrivato il grigio che ha inghiottito tutto. L'uomo ha iniziato a inquinare, a sporcare il parco, a non dialogare più, a litigare per un niente. E anche il nostro ciliegio ha spento i suoi colori>.

Fatima salutò l'anziano e ritornò dalla sua mamma che se ne stava a leggere in disparte. Le raccontò della sua malinconia nel vedere Ciliegio così ammalato.

Dopo aver cenato andò a dormire e sognò il nonno che le raccontava una delle sue tante meravigliose storie.

<Cara Fatima anche qua in Africa c'è un albero saggio. E' grande, grande. Ci fa ombra, ci regala pace, ci fa stare bene. La leggenda dice che è nato dall'amore delle persone che vivono nel villaggio. Quando siamo tristi, è triste anche lui. Ma essere uniti, stare insieme e prendersi cura lo ha fatto crescere sano e forte. Il tuo ciliegio si sente solo. Le persone si devono riconciliare con se stesse e con la natura che le circonda. Solo così il ciliegio potrà rifiorire>.

Fatima si svegliò felice. Si fece accompagnare dalla mamma e vide l'anziano seduto nella stessa posizione. Lo prese per mano e senza parlare lo accompagnò sotto all'albero. Gli porse dei sacchi per la raccolta differenziata e i tre iniziarono a raccogliere i rifiuti che circondavano Ciliegio. L'albero guardò in basso e li vide. Una lacrima spuntò e bagnò il tronco trasformandosi in una piccola gemma.

Altre persone incuriosite si avvicinarono, alcuni misero il loro cellulare in tasca ritornando alla realtà, i bambini posarono i giochi e iniziarono ad aiutare Fatima. In poco tempo il parco venne ripulito dalle cartacce e dai rifiuti.

Fatima, alla fine del lavoro, ringraziò tutti e raccontò della leggenda che il nonno le aveva detto in sogno.

Tutti guardarono Ciliegio, poi la bambina con il nuovo amico e la mamma si avvicinarono all'albero e lo abbracciarono. Gli altri fecero lo stesso. Per magia l'amore si trasformò in energia e Ciliegio riprese vita, i rami si alzarono verso il cielo, e d'incanto spuntarono migliaia di bellissimi fiori bianchi.

Da allora sotto al grande albero si ritrovano i bambini con Fatima a giocare insieme, qualcuno legge appoggiato al tronco, qualcuno mangia i frutti rossi che Ciliegio posa delicatamente a terra. Sui rami è tornata la vita e tanti uccellini hanno preparato lì il loro nido.

L'anziano nonno, aiutato dalla mamma di Fatima, ha preparato un cartello, con una bellissima frase scritta da un amico, e l'ha messo vicino a Ciliegio: <Forse oggi è il giorno giusto per comprendere quale valore inestimabile ha questa vita che ci è stata consegnata e quanto sia prezioso il compito affidatoci: lasciarla un poco più luminosa di come l'abbiamo trovata>.

Antonella Scalcon