Ci sono marchi di abbigliamento che, al primo sguardo, sono in grado di raccontare un mondo di valori e di attirare un determinato tipo di target. Questo è il caso, per esempio, di Lacoste, con il suo inconfondibile simbolo del coccodrillo, un logo entrato nella nostra vita ormai tantissimi anni or sono.
La notorietà del marchio Lacoste è fortemente legata sia all'eleganza e allo stile degli indumenti prodotti sia al suo logo iconico, e questo elemento rappresenta un esempio di successo che va ben oltre il mondo della moda; un logo caratteristico e facilmente identificabile, infatti, può essere sfruttato da tutte le aziende in funzione identitaria, ad esempio nell'abbigliamento aziendale (nell'eCommerce Fullgadgets.com, tra i più noti nell'ambito della personalizzazione, è possibile osservare diversi capi), comunicativa e soprattutto di marketing, e il fatto che al nome 'Lacoste' si associ automaticamente la figura del coccodrillo dimostra il potere di questo strumento.
Chiarita questa doverosa premessa, nodale per comprendere il rapporto tra moda, marketing e comunicazione, scopriamo la storia di uno dei marchi più iconici in assoluto.
René Lacoste, tennista, innovatore e imprenditore
Per raccontare la storia del marchio, bisogna fare un salto indietro nel tempo a quando, nel 1919, un allora adolescente René Lacoste ricevette dal proprio medico curante l’indicazione di fare sport per migliorare la sua cagionevole salute.
Rampollo di una famiglia di industriali attivi nel mondo dell’automobile scelse, tra varie discipline considerate adatte a un giovane di buona provenienza, il tennis.
Innamoratosi fin da subito di questo sport, chiese al padre di poter diventare tennista professionista. Dal genitore arrivò un assenso, condizionato però a un obiettivo: René avrebbe dovuto raggiungere le vette mondiali nel suo sport, altrimenti sarebbe andato a lavorare nell’azienda di famiglia.
Il giovane non diventò numero uno al mondo, ma portò a casa diverse soddisfazioni, per esempio la conquista, nel 1923, della semifinale di Coppa Davis.
Una partita che ha cambiato la storia
A cambiare definitivamente la storia del giovane René - e del mondo della moda - fu però una partita, dalla quale uscì vincitore, del Torneo US Open del 1926.
In quell’occasione, René Lacoste diede scandalo presentandosi in campo con indosso una maglietta con colletto, maniche corte e pochissimi bottoni.
Si trattò di una scelta di rottura rispetto alle regole dell’abbigliamento da competizione nel tennis all’epoca; in quegli anni, infatti, i tennisti giocavano indossando pantaloni lunghi e camicia, ovviamente con le maniche lunghe.
Sette anni più tardi, da questa scelta di rottura sul campo da tennis nacque un’azienda d’abbigliamento, la Chemise Lacoste, che vide René affiancato da un socio, ossia André Gillier.
Se il giovane tennista portava nel progetto la sua creatività e la voglia di rompere gli stilemi estetici dell’epoca, Giller, essendo il proprietario di una grande fabbrica d’abbigliamento, aveva invece i mezzi.
Perché il coccodrillo?
A questo punto, è naturale chiedersi il motivo della scelta del coccodrillo come logo. Per rispondere è necessario fare un ulteriore salto indietro nel tempo al 1927, anno in cui, dalla stampa, René Lacoste venne soprannominato proprio con il nome dell’animale.
Tutto partì da una scommessa fatta dallo sportivo con il capitano della squadra francese in Coppa Davis. Quest’ultimo, promise a René che gli avrebbe regalato una borsa in pelle di coccodrillo, ideale per contenere le racchette, se avesse vinto due partite importanti.
A Lacoste piacque molto questo appellativo - secondo alcuni, la sua persona sarebbe stata associata all’alligatore per via della tenacia e della determinazione - da portarlo a decidere, una volta fondata e avviata l’azienda, di imprimerlo su tutti i capi prodotti.
Da allora, quello che successo è storia, una storia di marketing efficace e capi di abbigliamento e accessori amati da milioni di persone.