La Fondazione “La nosta Gent”, che ha sede nel Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia, martedì 22 aprile ha festeggiato i cento anni di Fernanda Renolfi, la “maestra contadina” - come amava definirsi per la sua passione per la viticultura che esercitava al “Ronco”, la vigna di famiglia - profondamente innamorata della sua terra, che nel 1973, con Maria Adriana Prolo, Carlo Dionisotti, Giuseppe Tinelli ed un gruppo di appassionati cultori di storia locale, ha promosso e collaborato alla fondazione del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia, che fu aperto al pubblico nel 1975 nello stabile seicentesco in Via Torre, trasferendosi nel 2006 nell’ala est della prestigiosa Villa Caccia, nella parte che già in origine ospitava le attività agricole.
Fernanda Renolfi nata nel 1925, vissuta e morta a Romagnano Sesia nel 2002, fu un’insegnante elementare aggiornata e moderna, portatrice di esperienze nuove e dell’utilizzo di metodi didattici innovativi e coinvolgenti per i suoi allievi, instaurando con loro un clima di fiducia e confidenza, oltre a valorizzare le loro caratteristiche nella maturazione espressiva, con richiami al mondo della fantasia, della storia e delle tradizioni popolari. Nel 2010, in occasione dell’apertura della nuova sezione dedicata agli ideatori e fondatori del Museo, nella collana Romanianum fu pubblicato: Il Museo Storico Etnografico terra, gente e cultura, omaggio a Maria Adriana Prolo, Fernanda Renolfi, Carlo Dionisotti, Magda Amodei Zorini, che era stata sua allieva, ricorda che: “Ci educava seguendo il cuore, non solo la ragione”.
Al di là del suo impegno di “maestra”, Fernanda Renolfi è stata anche punto di riferimento per lo studio ed il recupero delle tradizioni locali, promotrice di molteplici iniziative di carattere storico e culturale. Fu consigliere comunale dal 1970 al 1975, e nel 1972 promosse l’acquisizione da privati della “Cantina dei Santi” (allora in completo abbandono da tempo) consentendo il recupero architettonico del complesso, che risale al sec. XI, ed il restauro dell’interessante ciclo di affreschi del sec. XV.
Entusiasta ed appassionata studiosa del dialetto locale, Fernanda Renolfi è stata anche componente attiva del Comitato “Venerdì Santo”. Indossando gli umili abiti tradizionali dei contadini, partecipava alla rappresentazione della “Epifania”, recitando in modo davvero indimenticabile una poesia in dialetto a Gesù Bambino.
Con disposizione testamentaria, Fernanda Renolfi ha donato al Museo Storico Etnografico i suoi beni, disponendo anche di costituire una Fondazione denominata: «La nosta gent», dotata di uno specifico consiglio di amministrazione, con il compito «di gestire una rendita annuale da assegnare al vincitore di un concorso nel campo delle ricerche ambientali-biologiche». La cerimonia di premiazione del Concorso 2024, indetto dalla Fondazione La Nosta Gent ets, si è svolta il 15 febbraio scorso. La Fondazione, con una significativa evoluzione rispetto alle edizioni precedenti, ma in linea con il suo dovere statutario di promuovere annualmente concorsi su tematiche bio-ambientali, ha deciso di proporre il concorso nelle scuole.
“Fernanda andava vissuta, non può essere raccontata”: Alessandra Cavanna, Presidente della Fondazione “La nosta gent” che quest’anno compie vent’anni, ha introdotto la serata a invito: “Con coloro che hanno conosciuto e amato Fernanda, Marisa Brugo e Franco Tinelli, due dei Presidenti della Fondazione, abbiamo voluto festeggiarne il centesimo compleanno, presentando un cortometraggio: “Era la nostra Maestra”, realizzato dal consigliere Davide Garino, montando le interviste fatte a una decina di ex alunne e alunni che ne hanno ricordato le peculiarità”. Dalle testimonianze è emerso come Fernanda fosse un punto di riferimento per i suoi scolari, una persona autorevole, severa ma capace di trasmettere valori, che aveva ideato un metodo di interrogazione ispirato alla trasmissione televisiva condotta da Febo Conti: Chissà chi lo sa? suddividendo la classe in tre squadre: “Trasmise la passione per la storia e le tradizioni e cercò sempre di portare tutti allo stesso livello”. Al termine del filmato è stato proiettato un frammento di un’intervista a Fernanda Renolfi, rilasciata ad un’emittente privata, in cui lei sottolineava come il Museo appartenesse all’intero territorio, dando prova dell’ampiezza del suo orizzonte umano e culturale.
Lucia Gamalero, Vice Presidente della Fondazione, ha ricordato come questo progetto sia nato per far conoscere anche nelle scuole di oggi una figura di romagnanese esemplare: “Il nostro operato di consiglieri è sempre stato ispirato alla volontà della Fondatrice ed ai suoi valori. Questo lavoro di squadra è il nostro grazie a Fernanda, persona semplice, che è riuscita a entrare nel cuore delle persone che l’hanno conosciuta. Tra gli intervistati c’erano molte insegnanti, che sicuramente hanno scelto questa professione anche influenzate dai suoi insegnamenti”. Il docu-film sarà quindi portato nelle scuole e potrà anche essere l’occasione per parlare dell’evoluzione dei metodi di insegnamento.
A Fernanda certo avrebbe fatto piacere essere ricordata con una serata tanto colma di affetto e di riconoscenza.