Le Persone se ne vanno, spesso in silenzio, insalutati Ospiti, ma rimangono nel cuore di coloro che li hanno stimati ed apprezzati, soprattutto restano le loro opere nelle Biblioteche, a memoria di una vita dedicata allo studio ed alla documentazione.
I paesaggi possono mutare nel breve volgere di anni, certe attività agro-pastorali sono scomparse con il venir meno di coloro che le praticavano. Alcuni utensili da lavoro sarebbero muti senza coloro che quotidianamente li utilizzavano, se Persone come il Professor Molino non li avessero fotografati e non avessero minuziosamente descritto le loro funzioni. Gianni Molino era nato a Campertogno nel 1936, medico di professione, è stato Professore Associato di Medicina Interna presso l’Università di Torino, poi Primario di Medicina Generale, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Responsabile del Laboratorio di Informatica Clinica dell’Azienda Ospedaliera S. Giovanni Battista di Torino. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, di alcuni dei quali è stato anche responsabile. Nel corso della sua attività professionale ha pubblicato alcuni libri e numerosi lavori scientifici (soprattutto in campo epatologico e metodologico). E’ autore anche di recenti contributi su applicazioni dell'Intelligenza Artificiale in Medicina (in collaborazione con il Politecnico di Torino e il Dipartimento di Informatica dell'Università di Torino).
Negli anni aveva intrapreso un percorso personale in ambito filosofico, psicologico e teologico, addentrandosi nella conoscenza e nello studio delle anime e delle genti di montagna, cui apparteneva per nascita, ma soprattutto per scelta elettiva.
Era rimasto un Valsesiano che amava profondamente questa terra che conosceva palmo a palmo, avendo praticato attivamente alpinismo e escursionismo. I suoi interessi spaziavano in ambito naturalistico, storico, etnografico e linguistico. Si occupava anche di scultura e fotografia, per documentare in modo efficace i suoi studi.
Alla Valsesia ha dedicato libri fondamentali per conoscerne la storia, le tradizioni, la lingua: Campertogno. Vita, arte e tradizione di un paese di montagna e della sua gente, scritto con Marilena Carmellino, edito nel 1985, nel 2004 aveva descritto Mollia e il suo ecomuseo. Gli studi linguistici erano stati presentati in un primo articolo, scritto con Antonio Romano, pubblicato sul Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano, nel 2003: Analisi acustica e articolatoria di alcuni contoidi palatali in un dialetto della Valsesia, e pubblicati in un’opera monografica edita nel 2008: Il dialetto valsesiano nella media Val Grande. Area linguistica di Campertogno, Mollia e Rassa. Nel 2010, come ricercatore, gli era stato affidato il volume su Campertogno dell’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano.
L’opera che raccoglie i suoi studi valsesiani in un’edizione prestigiosa è il cofanetto curato da Zeisciu nel 2006, che comprende quattro volumi di grande formato, riccamente illustrati: Campertogno: storia e tradizioni di una comunità dell'alta Valsesia; Mollia: Tre secoli di storia di un Paese dell'alta Valsesia; Rassa e le sue Valli: ambiente storia e tradizioni; Le terre alte di Campertogno: organizzazione pastorale di una comunità alpina.
Una delle ultime apparizioni in pubblico di Molino come studioso risale al luglio 2022, quando a Campertogno, al Teatro Del Centro Polifunzionale "Fra' Dolcino", fu organizzata una Giornata di studi incentrata su Dolcino personaggio storico che scelse di salire in alta valle, lasciando memoria di sé nella storia e nel mito. Molino parlò di: “Il dramma teatrale di Fra Dolcino nella tradizione di Campertogno”, del quale riportò integralmente la trascrizione fatta dal nonno, Dottor Ignazio Fornara, ricordando che: “Non è storico, non è religioso, non è politico, ma è folclorico e come tale va letto ed interpretato. In questo dramma si esprime una tradizione popolare, è un evento popolare forte, con valore etnografico, ed impropriamente è stato annoverato fra le Sacre Rappresentazioni”. Accennò anche ai luoghi della rappresentazione, tra i quali la chiesa di San Carlo e poi il teatro sociale, inaugurato proprio con la Rappresentazione di Fra Dolcino nel 1902. Il suo intervento fu inserito negli Atti della Giornata di studi, pubblicati dal Centro Libri Editore di Varallo, presentati il 16 marzo 2024.
Mancheranno le sue cortesi e sintetiche richieste ed i pronti ringraziamenti: un vero Signore nella professione, nella vita e negli studi.