La parola spread ormai da qualche anno ha perso un po’ del suo appeal storico e non è più sulla bocca di tutti (basti pensare che diversi cagnolini, ignari, sono stati chiamati Spread nel periodo a cavallo tra fine 2022 e inizio 2024).
Nonostante ciò, lo spread ha ancora oggi un’importanza e un significato fondamentale per l’economia del nostro Paese: vediamo di cosa si tratta e perché.
Lo spread è per definizione la differenza del rendimento offerto tra l’obbligazione governativa decennale italiana (il BTP appunto) e quella tedesca (il Bund), che viene preso a campione per definizione, come strumento privo di rischio.
Recentemente il differenziale è sceso sotto i 100 punti base: non accadeva dal lontano settembre 2021, ma vediamo cosa comporta principalmente:
· Impatto positivo sul debito pubblico: il debito viene finanziato anche con emissioni obbligazionarie governative. Se lo spread è alto, lo Stato deve pagare più interessi e viceversa
· Mutui, prestiti e costo del credito influenzati in maniera positiva: minor costo per i consumatori
· La percezione del rischio del Paese Italia è migliore: maggior appeal tra gli investitori, in particolare quelli istituzionali che sono le cosiddette “mani forti” dei mercati
· Segnale di forte fiducia da parte dei mercati
Come si può vedere dal grafico sottostante, si tratta di un valore storicamente raro.
Spread BTP-Bund (fonte: borsaitaliana.it)
Cosa ha contribuito a questo calo?
· A livello europeo: le aspettative sui tagli dei tassi della BCE, il rientro dell’inflazione all’interno dei valori obiettivo e il calmierarsi delle emergenze energetiche
· A livello italiano: buoni dati macroeconomici, percezione di stabilità politica
· A livello mercati: acquisti di titoli di Stato da parte di investitori istituzionali.
Un valore di spread basso non è eterno e potrebbe risalire in fretta qualora dovessero mutare i contesti politici e di mercato, tuttavia si tratta oggi di un’occasione per rafforzare la fiducia del Paese e proseguire verso una gestione del debito sostenibile.
Si ricorda infine che per una corretta valutazione, lo spread BTP-Bund andrebbe messo in relazione anche con gli omologhi europei (differenziali di rendimento tra la singola emissione governativa, per esempio francese, spagnola, etc… con il Bund tedesco), al fine di comprendere se la riduzione del nostro spread sia dipesa da un effettivo “merito” italiano piuttosto che da un “demerito” tedesco.
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Andrea Fabbris – Consulente Finanziario Indipendente
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