La siccità continua a colpire duramente la Baraggia Biellese e Vercellese, ma gli invasi del territorio si confermano strumenti indispensabili per garantire l’approvvigionamento idrico, sia per usi civili che per l’irrigazione.
«Gli invasi del Biellese si rivelano ancora una volta determinanti per cercare di limitare gli effetti della crisi idrica nei territori della Baraggia e in tutto l’ambito Egato-2», dichiara il Consorzio di Bonifica della Baraggia.
Le dighe sull’Ingagna, sull’Ostola e sul Ravasanella, gestite dal Consorzio, hanno permesso di contenere i danni in un contesto in cui le derivazioni dal fiume Sesia si sono ridotte dell’80% rispetto alla portata nominale. «Solo le aree servite direttamente dagli invasi non manifestano riduzioni, riconfermando il ruolo di queste infrastrutture che sono la sola opzione disponibile per garantire la dotazione idrica richiesta per gli usi potabili e irrigui», si legge nella nota.
Attualmente, l’invaso dell’Ingagna contiene circa 5,5 milioni di metri cubi d’acqua, il Ravasanella poco meno di 3,5 milioni e l’Ostola oltre 2,6 milioni. Riserve accumulate durante le piogge primaverili che, senza bacini, «sarebbero finite in poche settimane trasportate a valle e fino al mare da torrenti e fiumi».
Il Consorzio ricorda il precedente del 2023, quando nell’Ingagna restavano appena 1,4 milioni di metri cubi e le scorte complessive garantivano solo il 30% del fabbisogno. «In quell’occasione decidemmo di limitare la disponibilità di acqua per usi irrigui, riuscendo così a garantire l’erogazione per usi potabili, altrimenti a rischio per i cittadini del territorio».
La gravità della situazione attuale è confermata anche dalla chiusura della roggia Marchionale di Gattinara. «Un evento senza precedenti, poiché la portata del fiume Sesia è talmente esigua che sono venute a mancare le condizioni tecnico-idrauliche per esercitare il prelievo».
Gli invasi hanno garantito acqua a decine di Comuni e migliaia di abitanti, oltre a tutelare l’ecosistema. «Il nuovo invaso sul Torrente Sessera resta la soluzione, senza alternative, se si vogliono prevenire gravi criticità per la popolazione e contemperare le esigenze produttive di oltre 800 aziende agricole, tutelando l’unica D.O.P. risicola italiana, il Riso di Baraggia, e le vaste zone umide con la loro biodiversità».
Il Consorzio ribadisce il proprio ruolo di tutela del territorio, delle famiglie e delle aziende, ma chiede interventi concreti e rapidi da parte delle istituzioni e degli enti competenti. «Senza queste opere, le siccità potranno produrre gravi crisi per famiglie e aziende».
La richiesta si rivolge allo sblocco immediato per le procedure per la costruzione della nuova diga sul Sessera, con una capienza prevista di quasi 12,4 milioni di metri cubi. «La sua realizzazione, unitamente al collegamento con gli altri invasi biellesi, consentirebbe di affrontare strutturalmente il problema della siccità che, a causa dei cambiamenti climatici, potrebbe produrre situazioni simili o peggiori rispetto al 2023».