ATTUALITÀ - 14 agosto 2025, 11:30

Quando il verde invade le strade: rischi, regole e buone pratiche per intervenire consapevolmente FOTO

Difficoltà, gestione e possibili soluzioni illustrate da Samuele Ratti, giardiniere e arboricoltore specialista nella cura del verde.

Quando il verde invade le strade: rischi, regole e buone pratiche per intervenire consapevolmente

La gestione della vegetazione lungo le strade è un tema che negli ultimi anni ci tocca sempre più da vicino. Il progressivo abbandono dei terreni da parte dei proprietari negli ultimi decenni porta a una crescita incontrollata che, in alcuni casi, arriva a invadere la carreggiata o a cadere sulla stessa, in caso di eventi meteo.

A volte però intervenire rischia di causare ulteriori problematiche.

Difficoltà gestionali

Una delle principali criticità riguarda la proprietà dei terreni, nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di proprietà private e diventa quindi difficile, da parte dell'ente pubblico che gestisce la strada, poter intervenire. Al contempo, spesso i proprietari privati non si adoperano nella pulizia o addirittura non sono rintracciabili.

Senza contare l'elevata lunghezza complessiva  delle strade sul territorio e il fatto che la fascia da gestire a volte raggiunge alcune decine di metri dalla banchina.

Questi fattori rendono difficile all'ente pubblico l'intervento, per mancanza disponibilità di risorse o per la difficoltà nel rintracciare i proprietari e richiedere un intervento.

L'attuale gestione e le sue problematiche

Ad oggi, tolti alcuni lodevoli casi, i proprietari dei terreni non intervengono in autonomia e province e comuni si trovano costretti a emettere delle ordinanze generiche, che richiedono ai proprietari di intervenire sui propri terreni eliminando la vegetazione in prossimità della strada, normalmente fino a 6 metri dalla banchina. Questa soluzione però porta con sé numerose problematiche:

-  molti proprietari non sono rintracciabili e molti altri, per svariati motivi, non intervengono;

-  ogni proprietario che decide di intervenire lo fa a sua discrezione, senza competenze specifiche nella gestione di alberi e boschi;

-  gli interventi spesso causano, paradossalmente, la caduta di alberi in prossimità della fascia interessata dal taglio o il verificarsi di frane;

-  rovi e altra vegetazione ricrescono rapidamente e nel giro di uno/due anni invadono la carreggiata anche dove, prima del taglio, l'ombra degli alberi ne impediva lo sviluppo;

-  il taglio indiscriminato porta all'abbattimento di alberi secolari o di valore;

-  in alcuni casi gli interventi favoriscono la propagazione di specie alloctone invasive;

Quella che dovrebbe essere una soluzione rischia di trasformarsi quindi nella causa di ulteriori problematiche.

Possibili soluzioni

Come spesso accade le soluzioni sono più complesse di quanto ci si aspetta e sono necessarie analisi più approfondite per garantire buoni risultati nel tempo. Sarebbe quindi utile una più mirata pianificazione.

Risulta fondamentale intervenire solo dove necessario e nella giusta misura, evitando quindi di procedere indiscriminatamente con tagli rasi fino a 6 metri dalla strada.

In alcuni casi, ad esempio, la carreggiata è circondata da boschi maturi, dove gli alberi si sostengono a vicenda e le probabilità che uno cada si riducono. Un qualunque intervento altera questi equilibrio, aumentando questa probabilità.

In altri casi invece, come in presenza di pendii instabili, può essere necessario intervenire su una fascia anche di 20/30 m o più, cercando di mantenere nel tempo una vegetazione bassa e folta, che possa consolidare il terreno.

Ogni tratto di strada andrebbe quindi valutato a fondo, considerando tutte le sue peculiarità.

Suggerimenti per i proprietari

–    conoscere il numero e l'ubicazione dei propri terreni, soprattutto se in prossimità di strade;

–    monitorare periodicamente lo stato del proprio terreno (almeno una volta all'anno), eliminando alberi morti o instabili che potrebbero raggiungere la strada in caso di caduta;

–    avvalersi di un professionista che possa consigliare una corretta gestione;

–    prevedere dei controlli "extra" in caso di eventi meteo estremi;

–    monitorare non solo la vegetazione ma anche eventuali smottamenti;

–    evitare interventi drastici salvo comprovata necessità;

–    considerare la presenza di eventuali alberi secolari o specie rare;

–    monitorare l'eventuale emissione di ordinanze e, se necessario, intervenire in maniera ponderata.

È importante ricordare che eventuali danni a cose o persone sono da ritenersi responsabilità dei proprietari del terreno nei casi in cui tali danni siano riconducibili alla negligenza degli stessi.

Cosa dicono il codice della strada e il codice civile

Al suo interno il CdS contempla anche queste problematiche, seppur senza entrare nel dettaglio della gestione.

L'art. 26 al comma 6 specifica che "La distanza dal confine stradale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare alberi lateralmente alla strada, non può essere inferiore alla massima altezza raggiungibile per ciascun tipo di essenza a completamento del ciclo vegetativo e comunque non inferiore a 6 m".

Al comma 8 dello stesso articolo cita "La distanza dal confine stradale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare lateralmente alle strade, siepi vive o piantagioni di altezza superiore ad 1 m sul terreno, non può essere inferiore a 3 m. [...]".

Si parla quindi di impianto, ma se la vegetazione è già presente?

In questo caso normalmente l'ente gestore della strada (Comune, Provincia, etc...) emette un'ordinanza con cui invita i proprietari dei fondi a intervenire. Ma è bene ricordare che i proprietari sono tenuti a intervenire solo nei casi in cui sia presente un reale rischio per la circolazione sulla strada interessata, come ci conferma ad esempio una sentenza del Tar della Valle d'Aosta.

In questo caso il Comune emetteva un'ordinanza che imponeva l'abbattimento di otto larici. I proprietari hanno impugnato l'ordinanza in tribunale il quale, a seguito di una valutazione effettuata da tecnici abilitati, ha stabilito che solo uno degli otto alberi rappresentava un rischio per la pubblica incolumità, permettendo quindi di mantenere gli altri sette. L'ordinanza è stata quindi annullata e al Comune e ai cinque firmatari della segnalazione di pericolosità (tutti costituiti in giudizio) è stata imposta la liquidazione delle spese di causa.

Altra possibilità, valida anche in caso di contestazioni con proprietà confinanti, è quella di avvalersi del Codice Civile. In caso di alberi in prossimità di un confine (compreso quello tra terreno privato e strada), il proprietario è tenuto, in caso di richiesta da parte del confinante, a tagliare i rami che si protendono oltre il proprio fondo. In caso però il confinante non si sia opposto alla presenza dell'albero per 20 anni, il proprietario può avvalersi dell'usucapione, non essendo quindi obbligato ad abbatterlo, anche se questo si trova a una distanza inferiore da quella di legge. Resta invece valido l'obbligo di tagliare i rami in caso di richiesta.

Fondamentale comunque considerare che spesso la percezione del rischio non corrisponde al rischio reale. Se è vero infatti che su strade circondate da boschi può capitare di rimanere bloccati da alberi caduti, la probabilità che questi causino effettivamente incidenti è molto bassa.

Tratto di strada chiuso tra Pettinengo e Zumaglia a causa della caduta di alcuni alberi, avvenuta

pochi giorni dopo il taglio raso del bordo strada.

Samuele Ratti