Uno studio di Refurbed con Fraunhofer accende i riflettori anche sul Piemonte: nei cassetti del capoluogo regionale si stimano oltre 1,1 milioni di smartphone inutilizzati. Più di 380 mila potrebbero tornare in circolazione con il ricondizionamento; dagli altri si potrebbero recuperare metalli rari come oro, cobalto e palladio. Il “tesoro digitale dormiente” vale oltre 11,8 milioni di euro, con materie prime nei dispositivi dismessi per più di 2,9 milioni. Un dato che, pur riferito al capoluogo, chiama in causa l’intero territorio piemontese sul fronte dell’economia circolare.
Il quadro regionale si inserisce in una tendenza più ampia: Germania prima in Europa con 119,3 milioni di telefoni fermi (quasi 40 milioni ricondizionabili), seguita da Francia (96,7 milioni, di cui 31,3 potenzialmente rigenerabili). Italia al terzo posto con 82 milioni di dispositivi e oltre 26 milioni ricondizionabili; tra le città, Roma guida con più di 3,1 milioni di smartphone dismessi.
“Il nuovo studio dimostra quanto sia efficiente rimettere a nuovo i vecchi dispositivi inutilizzati”, osserva il cofondatore di Refurbed Peter Windischhofer, che invita: “Date un’occhiata ai vostri cassetti e scambiate i vostri vecchi dispositivi”. Il ricondizionamento ha un “ruolo chiave” nell’economia circolare perché riduce rifiuti elettronici e bisogno di materie prime, alcune critiche per l’Europa. Un messaggio che parla anche al Piemonte, dove la valorizzazione dell’esistente può fare la differenza per ambiente e portafogli.