COSTUME E SOCIETÀ - 21 settembre 2025, 07:10

Riascoltati per voi: Foo Fighters - Foo Fighters (1995)

Riascoltati per voi: Foo Fighters - Foo Fighters (1995)

Benvenuti con il trentatreesimo appuntamento con “Riascoltati per voi”. Oggi, vorrei tornare con voi negli anni Novanta e più precisamente nel 1995. E proprio in quel periodo, dalle ceneri di una tragedia e con un silenzio carico di emozione, nasceva un nuovo progetto: i Foo Fighters. Un nome un po’ buffo, preso dai dischi volanti della Seconda Guerra Mondiale. Ma dietro a quel nome c’era Dave Grohl, ex batterista dei Nirvana, il quale aveva appena perso l’amico e compagno di band Kurt Cobain, e stava cercando di sopravvivere al dolore facendo la cosa che sapeva fare meglio: suonare. Un debutto sincero, potente e necessario. Il punto di partenza per una delle rock band più amate degli ultimi decenni. Un disco che, più che ascoltato, va sentito dentro.

Dalla batteria alla chitarra: è stata questa la rinascita di Dave Grohl, il quale pare non volesse fondare una band. Almeno, non ancora. Voleva solo registrare dei pezzi. Canzoni che aveva scritto in silenzio per anni. Le incise tutte da solo: batteria, chitarre, basso, voce. Una vera e propria operazione da one-man-band, un modo per buttare fuori tutto quello che aveva dentro. Il risultato fu questo disco, “Foo Fighters” e fu un’esplosione: critiche positive, milioni di copie vendute, un nuovo capitolo che si apriva.

Le canzoni sono fresche, dirette, a volte grezze, ma vere. Brani come “This Is a Call” (il singolo che ha lanciato il progetto), “Big Me” (con quel video ironico alla “Mentos” che tutti ricordiamo) o “I’ll Stick Around” hanno quel sapore anni Novanta che oggi è diventato vintage, ma che all’epoca era semplicemente il nostro pane quotidiano. Canzoni brevi, energiche e senza fronzoli.

"Foo Fighters” è un disco semplice e diretto, non suona come un disco studiato a tavolino, è puramente istintivo. Certo, non è perfetto e non ha ancora quella grandezza sonora dei lavori successivi della band, ma ha un’anima enorme, ed è proprio quella sua imperfezione che ce lo fa amare ancora oggi. È il disco che ha permesso a Dave Grohl di trasformare il dolore in qualcosa di creativo, di vivo. E da lì, i Foo Fighters non si sono più fermati. Inoltre, ci fa ricordare che dietro ogni leggenda della musica c’è sempre un inizio, spesso fragile, ma necessario.

La domanda che mi pongo ogniqualvolta che riascolto un album per poi scriverne è: “Perché riascoltarlo oggi?”. La risposta è quasi sempre la stesa: “Perché è bello ricordare da dove si parte”. Inoltre, perché è un disco che parla di ricostruzione, di speranza dopo la tempesta. E perché in fondo, anche se sono passati trent’anni, certe emozioni non invecchiano mai!”.

I miei brani preferiti sono: "This Is a Call", "I’ll Stick Around", "Big Me" e "Weenie Beenie".

Voto: 8,5

Tracce:

1) This Is a Call – 3:53

2) I’ll Stick Around – 3:52

3) Big Me – 2:12

4) Alone + Easy Target – 4:05

5) Good Grief – 4:01

6) Floaty – 4:30

7) Weenie Beenie – 2:45

8) Oh, George – 3:00

9) For All the Cows – 3:30

10) X-Static – 4:13

11) Wattershed – 2:15

12) Exhausted – 5:45

Durata: 44 minuti.

Formazione:

- Dave Grohl – voce, chitarra, basso, batteria

- Greg Dulli – chitarra in “X-Static”

Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "Foo Fighters”, ma anche sui Foo Fighters e sull'impatto che la loro musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.

Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!

Andrea Battagin