COSTUME E SOCIETÀ - 07 novembre 2025, 09:45

La gentilezza che funziona davvero

Parlerò di gentilezza attraverso esempi pratici che possono capitare ogni giorno, ed ognuna può essere applicata in ogni ambito della nostra vita

La gentilezza che funziona davvero

Questa settimana parliamo di gentilezza. Non quella delle frasi fatte o dei buoni propositi. Quella che cambia le cose in casa, al lavoro, nella vita vera.
Perché la gentilezza, a pensarci bene, è una parola potente: solo se la mettiamo in pratica anche noi!
Parlerò di gentilezza attraverso esempi pratici che possono capitare ogni giorno, ed ognuna può essere applicata in ogni ambito della nostra vita.
Il trucco del latte rovesciato
Vi racconto di mamma Emilia. Due bambini, mattine caotiche. Un giorno il piccolo rovescia il latte. Lei sta per sbottare: "Ma guarda cosa hai fatto!". Poi si ferma un secondo. Respira. E dice: "Vedo che il latte si è rovesciato. Prendiamo insieme uno straccio?".
Stesso fatto. Parole diverse. Risultato: il bambino non piange, collabora, la giornata parte meglio.
Il segreto? Invece di puntare il dito su chi ha sbagliato, Emilia sposta l'attenzione su cosa fare insieme. Non è filosofia, è gentilezza pratica.
Tre secondi che cambiano tutto
Marco lavora in un ufficio teso. Scadenze, pressioni, nervosismo. Ha scoperto una cosa semplice: quando un collega arriva agitato, invece di dare subito soluzioni o peggio fare battute, fa così. Si ferma tre secondi e dice: "Vedo che questa cosa ti preoccupa".
Basta questo. Tre secondi per riconoscere l'altro. Solo dopo si parla del problema.
Il clima in ufficio è cambiato. I litigi si sono dimezzati.
La stessa cosa vale a casa. Vostro figlio adolescente sbotta: "Non mi capite mai!". La tentazione è: "Ma cosa dici, facciamo tutto per te!". Provate invece: "Dimmi cosa stai provando". E poi zitti. Davvero zitti. Ascoltando.
Gentili non significa fessi
Qui molti sbagliano. Pensano che essere gentili significhi dire sempre sì, farsi mettere i piedi in testa.
Claudia ha imparato il trucco. Quando qualcuno le chiede qualcosa che non può fare, non dice più: "Mi dispiace tanto, forse potrei, non so...". Dice: "Capisco che per te sia importante. In questo momento non posso. Ne riparliamo domani?".
Gentilezza non è debolezza. È rispetto: per l'altro, ma anche per se stessi.
L'esercizio del mese
Voglio darci un piccolo esercizio da fare: per 30 giorni, proviamo a notare tre gesti gentili al giorno. Anche piccoli. Il collega che tiene la porta. Il partner che vi ascolta senza guardare il telefono. La commessa che sorride anche se è stanca.
Non dovete fare nulla. Solo notare. Perché quello che osserviamo, cresce.
Una storia per chiudere
Alice Herz-Sommer era una pianista. Durante la guerra, nel lager, costruì quello che lei chiamava un "muro di gentilezza e amore" per proteggere suo figlio dall'orrore intorno. Ci ricorda anche un po' lo stesso Muro di gentilezza del film “La vita è bella”.
Se lei è riuscita a essere gentile lì, noi possiamo farcela qui.
Nella nostra cucina caotica, nel nostro ufficio stressante, nella nostra vita normale.
La gentilezza non è un optional per quando abbiamo tempo. È quello che tiene in piedi tutto. Le famiglie. I lavori. Le relazioni.
Si allena. Un gesto alla volta. Una parola alla volta.
Iniziamo oggi. Magari da quel "buongiorno" detto davvero, guardando l'altro negli occhi, con un sorriso vero.
Ci vediamo il prossimo mese.

Dott.ssa Sara Bortolozzo, Coach, Master p. PNL, formatrice, mamma e moglie