(Adnkronos) - Oltre 1.300 persone sono morte in Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malesia a causa delle devastanti alluvioni che hanno colpito l'Asia meridionale e sudorientale, provocate da piogge record. Secondo un'analisi dell'Afp basata sui dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), diversi Paesi hanno registrato precipitazioni eccezionali, le più intense degli ultimi 13 anni: in alcune zone del sud-est asiatico è caduto fino a un metro di pioggia in più rispetto alla media di novembre del periodo 1991-2020, complice il riscaldamento globale che intensifica gli effetti di monsoni e cicloni tropicali.
Il bilancio più grave riguarda l'Indonesia, dove sono stati confermati finora 712 morti, 500 dispersi e 1,2 milioni di sfollati, soprattutto nelle province di Aceh, Sumatra Settentrionale e Sumatra Occidentale. Gli ambientalisti, insieme allo stesso governo indonesiano, indicano la deforestazione come una delle principali cause di frane e inondazioni improvvise.
Nelle aree più colpite continuano a mancare cibo, carburante e beni essenziali, con i prezzi che sono schizzati alle stelle. Molte strade restano interrotte e le scorte iniziano a scarseggiare. "Le persone hanno paura di restare senza carburante", ha raccontato una residente di Banda Aceh, rimasta in fila per ore a un distributore. Il governo ha annunciato l'invio urgente di 34 mila tonnellate di riso e 6,8 milioni di litri di olio da cucina, ma molti abitanti hanno denunciato ritardi negli aiuti.
Anche nello Sri Lanka, colpito dal ciclone Ditwah, la situazione è drammatica. Frane e inondazioni hanno devastato interi villaggi ed il bilancio ufficiale è già di 410 morti e 336 dispersi. Il presidente Anura Kumara Dissanayake ha dichiarato lo stato di emergenza, definendo l'ondata di maltempo "la più grave catastrofe naturale nella storia del Paese". Le forze armate, con il sostegno di India e Pakistan, stanno evacuando migliaia di persone rimaste isolate, mentre a Colombo le acque stanno lentamente defluendo. L'allerta frane resta altissima nelle regioni centrali.
Eventi estremi si stanno moltiplicando in tutta l'Asia. Una tempesta eccezionale ha colpito il Golfo del Bengala, causando almeno 176 morti nel sud della Thailandia e due nel nord della Malesia. In Vietnam, le alluvioni di metà novembre hanno provocato almeno 90 vittime, soprattutto nella regione montuosa di Dak Lak, dove si è registrato il record storico di precipitazioni. Anche Laos e Cambogia hanno superato i precedenti massimi di pioggia. Le Filippine, invece, sono state colpite da due tifoni consecutivi: Kalmaegi, che ha lasciato dietro di sé 230 morti, e Fung-wong, con altre 30 vittime nel nord del Paese.
In molte regioni asiatiche la situazione sta lentamente migliorando, ma centinaia di migliaia di persone restano nei centri di accoglienza senza accesso regolare ad acqua potabile e generi alimentari. Le organizzazioni umanitarie hanno avvertito che, se i collegamenti non verranno ripristinati rapidamente, il rischio di grave carenza di cibo sarà imminente. "Le comunità di Aceh rischiano fame e malnutrizione entro una settimana", ha messo in guardia Islamic Relief, che ha inviato una nave con 12 tonnellate di aiuti.
Intanto i soccorritori continuano a recuperare vittime e a raggiungere i villaggi ancora isolati. In molte aree, hanno raccontato i sopravvissuti, le inondazioni sono arrivate "come un'onda improvvisa", lasciando pochissimo tempo per mettersi in salvo. Le autorità temono che il bilancio delle vittime sia destinato a salire man mano che si raggiungono le zone più remote e si scava tra le macerie.










