Tre trattori ad aprire la strada, con le cisterne per il latte, bandiere che sventolano e potenti clacson. Si annuncia così il corteo organizzato da Coldiretti Piemonte per far suonare la sveglia sulla situazione del settore primario.
“Forsa Piemunt-Date n’andi” è lo slogan scelto dagli organizzatori, che ha scandito il cammino - dal Palavela al Grattacielo della Regione - di oltre mille partecipanti provenienti da tutte le province. Nel mirino, la burocrazia, ma anche le risorse che spesso tardano ad arrivare. E poi il tema degli invasi, così come quello del cambiamento climatico da affrontare e controllare.
Il fiume giallo si è dipanato lungo via Ventimiglia per poi dirigersi verso piazza Piemonte. Tamburi e clacson come annuncio dell’arrivo dei manifestanti. “Siamo il settore che produce cibo e che tutela anche l’ambiente perché, senza agricoltori, aumentano le aree abbandonate. Chiediamo maggiore attenzione per il nostro settore, con regole che ci permettano di lavorare”, spiega Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Piemonte.
“Abbiamo bisogno di certezze - si dice al megafono -: non parole campate in aria. Le istituzioni devono darci risposte certe”. “Viviamo in un Piemonte in cui le grandi famiglie stanno vendendo per andare in altri Paesi, ma le vere famiglie sono quelle che sono qui e lavorano nell’agricoltura”, dice Bruno Rivarossa, delegato confederale. “Il Palazzo ci deve sentire e capire: il nostro è un momento di stimolo".