Dipendenti in apprensione, accelerazioni brusche e frenate. Questo, al momento, sembra il percorso ad ostacoli di un’operazione che sembrava definita per il servizio idrico dei territori di Biella, Casale e Vercelli. L’affidamento con modello in house providing a BCV Acque e il trasferimento imminente di tutti i lavoratori al nuovo gestore, con avvio delle attività a gennaio 2026, è fermo.
Ad aggravare la situazione la richiesta di chiarimenti della Corte dei Conti che ha chiesto ad Egato 2 chiarimenti su come la Conferenza dei Sindaci abbia approvato il modello in House, nonostante il parere negativo del direttore nel frattempo dimessosi.
Ad aggravare ancora di più la situazione sono i ricorsi del Comune di Vercelli che pesano con cifre importanti per la difesa legale.
Un processo che sembrava semplice e scontato ma che andrebbe a minare garanzia di continuità e di efficienza del servizio, agli investimenti e alla tutela dei lavoratori.
“Siamo preoccupati – raccontano alcuni dipendenti – Avremmo dovuto confluire entro fine 2025 all’interno di BCV Acque, ma non abbiamo saputo più nulla e questa incertezza pesa sul nostro futuro”.
Permane, inoltre, l’assenza del presidente dell’Autorità d’Ambito, soggetto essenziale per la prosecuzione delle procedure in essere, storicamente individuato dalla parte biellese, che per l’incapacità di raggiungere un accordo tra Biella e i comuni limitrofi, non è ancora stato nominato.
Alla luce delle ultime novità, sembrerebbe si registrino dei dubbi sulla gestione dell’operazione e, dietro all’ormai annosa questione della gestione dell’acqua sui territori biellesi e vercellesi, sussista una ben precisa volontà che non consente di giungere alla definizione e conclusione di BCV Acque.