COSTUME E SOCIETÀ - 28 febbraio 2020, 16:49

Sistemi di ventilazione: ecco cosa è cambiato

Sistemi di ventilazione: ecco cosa è cambiato

Contrariamente a ciò che si possa pensare, i sistemi di ventilazione non sono un fatto moderno, ma sono esistiti praticamente da sempre, anche se in forme molto rudimentali.

Un vero è proprio sviluppo è avvenuto quando lo sviluppo di macchine sempre più potenti e sempre più performanti ha richiesto dei sistemi per controllarne la temperatura ed evitare surriscaldamenti decisamente pericolosi.

Tra questi sistemi i più famosi sono certamente i ventilatori, anche per gli sviluppi commerciali di questo versatile prodotto, che lo ha portato a invadere letteralmente ogni abitazione occidentale per quasi mezzo secolo.

Storia dei ventilatori

Come si è detto, già nell’antichità erano presenti rudimentali sistemi di ventilazione e addirittura di ventilatori.   Risale infatti a circa il 500 a.C. il primo “ventilatore” mai comparso sulla terrà. Chiamato Punkah, era utilizzato nell’India del periodo per sconfiggere il caldo.

Ovviamente era del tutto manuale. Azionato dai servi specializzati (Punkawalla, appunto), era costruito con grandi foglie di una pianta detta Palmyra e veniva attivato attraverso un sistema di corde e funi opportunamente tirate.

Per incontrare il primo ventilatore meccanico si dovrà aspettare fino al 1832, quando Omar-Rajeen Jumala ne mise appunto un primo sperimentale modello.

Ovviamente aveva un impiego solamente industriale o comunque lavorativo. Era infatti impiegato unicamente in fabbriche e miniere, così da migliorare l’efficienza del lavoro.

Si dovette aspettare ancora 50 anni per vedere i primi modelli destinati ad una clientela di massa. 1882 il giovanissimo americano Schuyler Skaats Wheeler a soli 22 anni costruì il primo ventilatore destinato ad un uso domestico.

Il prodotto spopolò molto velocemente e ormai ogni famiglia americana ne possedeva uno. Qualche anno dopo iniziarono a comparire molte varianti di questo strumento, come il primo ventilatore da soffitto ad opera di Philip Diehl.

Addirittura furono fabbricati ventilatori capaci di emanare aria calda attraverso l’alimentazione a cherosene, olio o alcool.

Come si può immaginare, non si trattava di strumenti sicurissimi. Proprio per questo i ventilatori “caldi” non spopolarono mai davvero.

I primi ventilatori dotati di pale rotanti erano addirittura sprovvisti di una gabbia o, nel caso fossero presenti, risultavano assolutamente inutili avendo maniche troppo larghe. Non era difficile che le robuste pale di ottone finissero con il ferire qualche sprovveduto ragazzino.

Ascesa e declino dei ventilatori elettrici

Con gli anni venti la diffusione di elettrodomestici fu assolutamente imperiosa, e tra questi ovviamente anche i ventilatori iniziarono a popolare le case di tutt’America.

Questo perché l’industria del tempo iniziò a lavorare massicciamente con l’acciaio che era il materiale perfetto per la costruzione di questi apparecchi.

Gli anni 30 continuarono su questa linea. Ormai ogni apparecchio elettronico poteva vantare ogni tipo di forma e colore, aumentando l’appeal verso i consumatori, che divennero sempre più ingordi.

Il primo ventilatore stilizzato nacque proprio in questo periodo. Il celeberrimo ventilatore Swan Fan fu diffuso su larga scala e fu distribuito in molte forme e colori.

I primi guai per l’industria di ventilatori iniziarono con gli anni sessanta. Nacquero infatti i primi sistemi di riscaldamento centralizzato, in grado di produrre sia aria calda che aria fredda., sbaragliando la timida concorrenza dei ventilatori.

La maggior parte delle aziende del settore dovette chiudere o convertirsi a questi nuovi prodotti per non essere lasciati indietro.

Tuttavia i ventilatori non sono certo materiale da museo. Oggi rimangono ancora i sistemi più utilizzati per il raffreddamento di macchinari industriali. Questi sono divisi in 3 macrocategorie: ventilatore assiale industriale, centrifugo o tangenziale.

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