Chi cerca trova. Anche le grandi pietre magiche.
Nell’articolo pubblicato lo scorso 27 settembre su “Valsesia Notizie” ammettevamo onestamente di non essere riusciti a rintracciare il masso con le impronte diaboliche che la tradizione popolare crede nascosto vicino alla cappella dei Lagoni, a poca distanza dalla frazione di Borgosesia Vanzone.
Grazie ad un casuale incontro con una signora che, come noi, stava passeggiando sui sentieri valsesiani salendo al monte della chiesa di Santa Maria, ho avuto del tutto inaspettatamente le precise indicazioni per trovarla. E l’ho finalmente individuata.
Fra i boschi sottostanti la collina della chiesa di Santa la pietra é ai lati del sentiero che dalla chiesa del Pomtetto porta alla Badia (itinerario 740) ed in effetti ha una fenditura naturale semicircolare che può assomigliare davvero ad un ferro di cavallo; una forma singolare che ha dato la stura alla fanasia popolare che vi ha visto un pochi casi il segno d’una sopranaturale marcatura cristiana ma quasi sempre, al contrario, un impronta infernale.
Trovato il masso, resta da capire perché proprio questo modesto pietrone abbia scatenato per secoli l’immaginario popolare ed l’ho ipotizzato che la “pera dël Diav“ rappresentasse una sorta di segnale della presenza di realtà arcane e misteriose. L’avvertimento a non sostare troppo in quel luogo, perché nefasto e sinistro.
A prima vista, il luogo non ha niente di particolare, tuttavia mentre guardavo questo oriinale reperto litico, alzando gli occhi, mi é apparso seminascosto dalla vegetazione e dal muschio, un imponente masso erratico dalla forma squadrata, molto simile a quella del “Sas dla Baceja” del lago di Sant’Agostino che da sempre si crede al centro di sabba infernali e luogo d’incontro di streghe e stregoni.
Il masso dei boschi di Vanzone ha in più sulla sommità una crescenza litica di forma piramidale somigliante a quella della grande “Pera Pichera” dei boschi di Salussola; un’escescenza pietrosa che secondo una consolidata tradizione sarebbe stata distrutta dai frati d’un vicino convento perché sarebe stata usata per immonde pratiche pagane.
A Vanzone si sarebbe circondato d’una fama sinistra il masso con la presunta forma a ferro di cavallo per spostare l’attenzione da quella della vera pietra pericolosa ? Oggetto di venerazione ?
E’ un fatto che a poca distanza, senza plausibile ragione, é stato eretto l’“Oratorio di Maria Addolorata” che cristianizza una volta per tutte una zona davvero straordinaria, con decine di massi erratici dalle forme straordinarie, una sorgente nascosta che origina una pianura torbiera ed acquitrinosa (la “mòja”) e grandi boschi con alberi secolari.
Tutti elementi essenziali della religiosità naturistica dei Popoli Antichi. Osteggiata ma non perduta.
Saremo grati a chi vorrà segnalarci realtà analoghe a quelle esaminate in questo articolo scrivendo storiaribelle@gmail.
Per approfondire questi argomenti segnaliamo il libro “I segreti dei paesi biellesi” dell’Editore “Ieri e Oggi” (via Italia 22 Biella tel. 015351006 - ierieoggi@tiscalinet.it).