Riconosciuti responsabili dell'indebito utilizzo di carte di credito, sei dipendenti delle Poste sono stati condannati dal Tribunale di Vercelli a un anno e 6 mesi e a risarcire 10mila euro a un correntista che, nel 2017, aveva denunciato ai carabinieri la scomparsa di 30mila euro depositati sul suo conto. Denaro che era poi risultato essere stato prelevato l'anno precedente, in parte attraverso operazioni allo sportello e parte attraverso una carta di credito che l'uomo sosteneva però di aver smarrito. Diciotto, in tutto, le operazioni di prelievo che erano state accertate nel corso dell'indagine e che il vercellese aveva sostenuto di non aver mai fatto né autorizzato.
La sentenza emessa martedì mattina arriva dopo un lungo iter: per due volte, in fase di indagine, la Procura della Repubblica aveva chiesto l'archiviazione degli indagati che, all'epoca dei fatti, lavoravano tutti nel medesimo ufficio: richieste alle quali si era sempre opposta la parte lesa che, alla fine, ha ottenuto che i sei andassero a processo.
Nei confronti degli imputati l'accusa aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione per i reati contestati che, oltre all'utilizzo indebito di carte di credito erano anche furto aggravato. Nella sentenza la giudice ha ritenuto che quest'ultimo reato fosse assorbito dall'altro capo di imputazione e ha concesso i doppi benefici di legge - dunque la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni: scontato l'appello da parte dei difensori che, nel corso del processo e delle rispettive arringhe, avevano offerto una ricostruzione del tutto diversa dell'accaduto sostenendo con forza la totale estraneità dei loro clienti ai fatti contestati.