Dall’89% al 95% nel 2020; circa l’85% nel 2021. Queste percentuali tremendamente elevate rappresentano la perdita di introiti che il settore turistico ha subito nel corso degli ultimi due anni, conseguenti non solo alle restrizioni adottate in seguito alla diffusione del Covid-19 ma, in molti casi, frutto dell’incertezza sull’immediato futuro. La confusione, generata dal continuo cambio di normative e dalla differenza degli approcci adottati in ogni Paese, combinata con la paura che, alimentata dai media, ha creato una combinazione letale per il turismo, a cui si è aggiunta la mancanza di sostegno economico. Riportiamo di seguito due testimonianze da chi questa situazione l’ha vissuta in prima persona.
Da Spanna Viaggi, a Gattinara, riferiscono che l’inizio il 2022 è tutt’altro che facile: nessuna prenotazione in questi mesi, nessuna pratica aperta fino a fine aprile. Si segnala qualche richiesta in più per il periodo estivo, sicuramente non sufficiente a compensare le perdite.
A Borgosesia, da Spider Viaggi riferiscono di essere quasi totalmente fermi da 2 anni con solo qualche saltuaria prenotazione nei mesi estivi. Inoltre, gli aiuti destinati a coprire le perdite del periodo marzo-luglio 2020 sono stati solo in parte versati.