EVENTI - 05 settembre 2023, 11:50

Crevacuore: le iniziative dell’Associazione “Il Boggio”, per la Festa patronale

Presentazione del volume: “Cosa ispiri tu, nuvola in ciel?” di Diego Pirinoli e Stefania Grassi; inaugurazione mostra fotografica “Radici”

Crevacuore: le iniziative dell’Associazione “Il Boggio”, per la Festa patronale.

Crevacuore: le iniziative dell’Associazione “Il Boggio”, per la Festa patronale.

L’Associazione Culturale “Il Boggio – Arte, storia e cultura”, che prende il nome da una altura del paese, nasce da lontano, con tante motivazioni, che si possono riassumere nelle parole della Presidente Francesca Bruson: “Fare qualcosa per il mio territorio, per valorizzarlo”. Con il marito Marco ed il figlio Andrea, Francesca, più di dieci anni fa, ristrutturò una casa in paese, rimasta miracolosamente intatta dopo una disastrosa frana che causò anche la morte di una persona. Fu interpretato come un segno del destino, un invito a restare per fare qualcosa per il paese. A dicembre 2022 fu organizzata la prima mostra fotografica, intitolata – e non a caso - “Radici. Uomini. Storie. Eventi del primo Novecento”, esposta alla Volta di San Sebastiano, un luogo molto suggestivo, sotto la cupola dell’antica chiesa, oggi sconsacrata, in cui si sono conservati gli affreschi del Tanish e di Giovanni Antonio Orgiazzi il Vecchio, che si possono ammirare da una visuale molto insolita. La mostra era nata chiedendo ai crevacuoresi immagini comprese tra il 1900 e il 1950, ristampandole su pannelli che restituivano loro la giusta prospettiva di una storia condivisa. In occasione della festa patronale di quest’anno è stata completata con le immagini relative agli anni dal 1950 al 2000. I brevi testi descrittivi sono in italiano, francese e inglese: invito alla massima divulgazione.

Alla mostra, inaugurata sabato 2 settembre, è stata abbinata la presentazione di un libro singolare, ideato e realizzato da Diego Pirinoli e Stefania Grassi, dal titolo: “Cosa ispiri tu, nuvola in ciel?”, domanda che ricorda il celebre interrogativo leopardiano che apre il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: “Che fai tu, luna, in ciel?”, ma il sottotitolo colloca immediatamente in un tempo storico contemporaneo e drammatico: Emozioni dal Covid.

Il libro, pubblicato nel 2022, giunto già alla prima ristampa, era nato all’inizio del 2021: “Ho guardato il cielo con occhi nuovi. Nuvole bianche formose e spumeggianti lo stavano attraversando rincorrendosi, frammentandosi, ridisegnandosi in un caleidoscopio di immagini che, come erano belle, così erano labili”, così Diego Pirinoli introduce il lavoro paziente condotto nei lunghi mesi del Covid, quando gli incontri fisici erano preclusi, ma si potevano condividere immagini con l’amica Stefania, che amava fotografare il cielo e le nuvole: “Nel 2019 abbiamo cominciato a studiare l’ebraico: dalla conoscenza è nata l’idea di inventare nuovi modi di comunicare”. Le fotografie sono state accompagnate dalla parola poetica di Giacomo Nucci che ha composto una serie di haiku, forma metrica giapponese composta da tre versi per complessive diciassette more (sillabe), che ricorda l’ermetismo italiano. Questi componimenti giapponesi, molto essenziali, sono un invito al lettore a riscoprire le proprie risonanze interiori, le emozioni di fronte alle immagini.

Le fotografie, suddivise in sezioni - delle quali l’ultima si è aperta agli amici che hanno donato sguardi e parole, ai quali si è unita la poetessa Mariangela Gualtieri - hanno i titoli nell’indice.

Quel tempo difficile e inatteso: “E’ stato un lungo cammino, un cammino in una sorta di deserto”, paragonabile per certi aspetti all’Esodo del popolo d’Israele nel deserto, diretto verso una terra ignota, ma con la guida del Signore, presente sotto forma di nuvola che indicava il cammino, come scrive nella Prefazione Claudia Milani, Docente presso Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, insegnante di ebraico di Stefania e Diego, con un rimando al bellissimo libro di Erri De Luca: Una nuvola come tappeto, richiamo al Salmo 105, in cui Dio: “Stese una nuvola come un tappeto” per guidare gli Ebrei nel deserto.

Dianella Fabbri ha ideato la parte grafica sul popolo in cammino che accompagna lungo tutto il libro.

Grazie alle cure professionali e affettuose di Francesco Del Nero, che si è occupato dell’Art Direction, è nato un oggetto bello, armonioso, gradevole, in cui la forma orizzontale è funzionale alle riprese fotografiche e lascia spazio agli orizzonti, lo specchio di stampa è equilibrato, tutti gli elementi sono cadenzati in un ritmo scandito dai numeri delle pagine, discreti, eleganti. Il testo, composto in caratteri chiari e leggibili, sale agli occhi del lettore, non deve essere cercato. Ogni elemento del libro, dalla carta alla rilegatura, è stato frutto di un’accurata scelta.

Mentre il libro veniva presentato su uno schermo scorrevano le immagini, che prendevano per mano guidando il cuore verso l’alto. Le nuvole sono fatte di piccole gocce d’acqua che si abbracciano tutte insieme e nascono dai pensieri di chi sa giocare con la fantasia per custodire i sogni. Fu Luke Howard, giovane metereologo dilettante, che visse in Inghilterra a cavallo tra Settecento e Ottocento, che nel 1802 diede per primo un nome alle nuvole, dando inizio alla moderna meteorologia. Per millenni le nuvole hanno rappresentato per il poeta e per l’uomo comune, il simbolo stesso del mutevole e dell’indefinito. Ognuna è diversa dalle altre, assomiglia a molte cose senza coincidere con nessuna, per questo Stefania Grassi da sempre ama abbandonarsi alla contemplazione del cielo, e cerca di immortalarlo con il suo cellulare: “Questo non è un progetto finito, ma un inizio, le foto pubblicate non sono state in alcun modo ritoccate, rispecchiano l’istante, il momento: perchè le nuvole sono uniche e irripetibili”. Del resto, che le nuvole siano importanti proprio (o anche) per la loro congenita mutevolezza, lo intuiva nitidamente già William Shakespeare, che in Amleto, ci propone un dialogo tra il Principe di Danimarca, un esploratore del senso, un sensore del mondo, uno che vede il mondo in perenne movimento e che non rinuncia alla fatica di leggerlo, e il ciambellano Polonio.

Nuvole in viaggio: uno dei più bei film del regista finlandese Aki Kaurismaki parla di nuvole, o meglio: allude alle nuvole, anche se di fatto non le mostra mai. Il titolo italiano è un verso di Eugenio Montale, tratto da Corno inglese: “Nuvole in viaggio, chiari / reami di lassù! D'alti Eldoradi / malchiuse porte!”.

Il riferimento più lontano, ma solo cronologicamente è alla commedia di Aristofane, “Le nuvole”, scritta intorno al 450 a.C., dove le sole divinità riconosciute sono le nuvole, simbolo delle stravaganti e inconsistenti speculazioni filosofiche. Le nuvole celesti sono dee protettrici degli sfaccendati: a loro dobbiamo l’intelligenza, la dialettica e la ragione.

Diego Pirinoli ha citato la poesia Liberté di Paul Éluard, pubblicata dalla clandestinità, nel 1942, durante l’occupazione tedesca di Parigi, mentre il poeta era entrato a far parte della Resistenza, che venne lanciata a migliaia di copie dagli aerei alleati nella Francia occupata dai nazisti. Quel canto in onore della libertà, adattabile ad ogni epoca e ad ogni paese, è come le nuvole: “Ognuno può fare la fatica di alzare lo sguardo, cercare in alto il senso della propria e dell’altrui esistenza”.

Il Sindaco Ermanno Raffo, il diacono Pier Luciano Garrone ed un pubblico attento e numeroso hanno seguito la serata, che si è conclusa con la degustazione di dolci della tradizione crevacuorese.        

La mostra Radici sarà visitabile venerdì, sabato e domenica, fino al 10 settembre, con apertura alle ore 21. Il prossimo appuntamento organizzato da Il Boggio sarà un concerto di musica antica alla Brughiera, diretto dal Maestro Mara Colombo.

C.S. Piera Mazzone

SU