COSTUME E SOCIETÀ - 22 novembre 2023, 17:33

Pensioni sotto soglia: la previdenza complementare come ancora di salvezza

La situazione attuale del sistema pensionistico italiano è tutt’altro che rosea. Per questo strade alternative come la previdenza complementare possono essere fondamentali per mettere in sicurezza gli anni della vecchiaia.

Pensioni sotto soglia: la previdenza complementare come ancora di salvezza

Nel 2023 i pensionati in Italia percepiscono in media 13.753 euro all’anno, una cifra che divisa per dodici mensilità equivale a 1.146 euro al mese. Sono questi i dati dell’indagine condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che mettono in risalto statistiche ancora più gravi: 4 milioni di over 65 vivono da soli e il 70% ha meno di 1000 euro come assegno pensionistico, il 17% addirittura 500.

È questa la situazione dei pensionati in Italia. Una situazione resa ancora più grave dai ritardi della politica, da riforme che non arrivano, da tagli continui e proposte che durano il tempo di una campagna elettorale.

Il ruolo della previdenza complementare, allora, diventa assolutamente di primo piano. Aprire un fondo pensione potrebbe essere una mossa intelligente sia per garantire alla singola persona il benessere durante la vecchiaia, sia per proteggere lo stile e il tenore di vita del proprio nucleo famigliare una volta timbrato l’ultimo cartellino. I Fondi Pensione sono una forma di investimento che andrà ad integrare, una volta raggiunta l’età pensionabile, l’assegno previsto dalla pensione obbligatoria. L’ideale è aprirlo sin da primi anni di lavoro, dal momento che maggiore è l’orizzonte temporale per il quale si mettono da parte le somme di denaro e maggiore sarà anche il loro rendimento. In Italia esistono diversi tipi di pensione integrativa: il Fondo Pensione Aperto, quello Chiuso e infine il PIP, in Piano Individuale Pensionistico.

Scegliere questa strada è una seria opzione per evitare assegni mensili particolarmente bassi, come sta accadendo a migliaia di pensionati in tutta Italia e anche in Piemonte, colpiti dal caro vita e dall’inflazione. Lo ha sottolineato Giuseppe Falcocchio, Presidente dell’Anap Piemonte, l’Associazione Anziani e Pensionati di Confartigianato: “L’inflazione e i rincari generalizzati fanno vacillare una delle colonne più robuste del welfare familiare: i pensionati la cui situazione è diventata insostenibile. Sappiamo che tantissimi anziani pensionati del Piemonte sono costretti a vivere con un assegno mensile che non raggiunge nemmeno i mille euro, ovvero in condizione di povertà”.

Intanto la politica prende tempo. Mancano i fondi, mancano le coperture finanziarie, così si torna a parlare di Quota 103, che verrà prorogata per il 2024 con alcune penalizzazioni. La luce in fondo al tunnel, insomma, è tutt’altro che vicina.



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