Sabato 25 novembre in Biblioteca, è stato presentato un volume di Valerio Galletti: “I costumi valsesiani nelle cartoline”. L’Autore, che negli anni ha raccolto una collezione unica di costumi valsesiani in cartolina, ha pubblicato questo libro come omaggio alle donne delle nostre Valli.
“Quello che vedo è un miracolo, qualcosa che stupisce: come una valle piccola e povera come questa fosse patria di grandi artisti e potesse esprimere una cultura tradotta in costumi eleganti e preziosi”: così Aristide Torri, Presidente del Consiglio di Biblioteca, ha introdotto la presentazione. Gli ha fatto eco il Maestro Arturo Pugno, Presidente Onorario della Società Valsesiana Pescatori, del quale presto sarà pubblicato un libro dedicato ai suoi ricordi di “pesca alla Valsesiana”, il quale ha paragonato l’arte di costruire le “mosche” leggere, eleganti, colorate, ai costumi indossati nei paesi della Valsesia.
Valerio Galletti - emozionato dal numeroso pubblico, e soprattutto dalla presenza di molte donne che indossavano i costumi e anche di una delegazione in costume proveniente dalla Valstrona, uomini e donne che hanno dichiarato di sentirsi valsesiani - ha ringraziato gli amici collezionisti di cartoline, tutti presenti in sala, ricordando che lui stesso è: “Valsesiano per amore”, provenendo dall’Ossola e che le cartoline gli hanno aperto un mondo per conoscere la storia e la cultura della Valle. Nella presentazione Galletti ha ampiamente illustrato la storia del servizio postale, come sia nato e si sia evoluto dai tempi dei postiglioni a cavallo, arrivando alle carte pre-affrancate per le corrispondenze private, utilizzate nel Regno di Sardegna a partire del 1818, fino all’invenzione del francobollo e alla ideazione delle cartoline, cui seguì una incredibile diffusione: “A Quarona nel 1938 nel periodo natalizio furono spedite undicimila cartoline, a fronte di una popolazione di 7836 abitanti”. Nella conversazione sono riaffiorati i nomi dell’Unione Editrice Valsesiana di Don Brunelli, di Vittorio De Marchi e di quel grande litografo che fu Efisio Ghelma: “Nel 1947 la Ditta Campassi Angelo di Torino faceva foto in bianco e nero che poi dava alle donne da dipingere, ma queste umettavano il pennello e i colori contenevano piombo, estremamente velenoso”.
Valerio Galletti ha spiegato come nel periodo della prima, e poi della seconda guerra mondiale, non si vedevano più cartoline panoramiche: “Era un modo per impedire di segnalare al nemico i luoghi dove erano distribuite le truppe”. Per aprire la sezione di quelle che sono state definite: “Cartoline senza territorialità”, Valerio Galletti ha scelto come icona un riccio in cui si intravede la castagna, che ha sfamato intere generazioni, paragonandola alle donne valsesiane: “All’inizio sono sulla difensiva, ma poi quando si aprono sono dolci e tenere”. In calce al volume viene pubblicato l’elenco degli oltre quattrocento editori, professionisti o occasionali, che hanno stampato cartoline valsesiane e l’autore ha annunciato che vorrebbe riuscire a pubblicare un libro sulla storia delle cartoline in Valsesia: “Il materiale raccolto è molto copioso, oltre duemilacinquecento pagine: sarà il primo libro dotato di trolley per il trasporto!” aggiungendo che se qualcuno avesse nuove informazioni potrà contattarlo e sarà un piacere ampliare le conoscenze di questo mondo affascinante.
Al termine del pomeriggio le donne in costume, ad una ad una, sono state presentate ed omaggiate dal Sindaco, architetto Pietro Bondetti e dall’Autore, con una copia del volume.
I “Sabati di Cultura in Biblioteca” proseguiranno sabato 16 dicembre alle ore 11, al Centro Congressi di Palazzo D’Adda con la presentazione del volume: “Varallo tra immagini, musica e poesia” foto di Gianfranco Marini, Testi e musiche di Daniele Conserva.