Lunedì 18 dicembre 2023, a Varallo, nella sede dell’Istorbive è stato presentato il volume: La Storia non insegna. Undici mesi della mia vita in Russia. Il diario di guerra di Aurelio Mazzone, con testi di Giovanni Turcotti e Marcello Vaudano, edito dall’Istorbive, che ha organizzato l’iniziativa in collaborazione con la Biblioteca Civica “Farinone-Centa” e la Biblioteca dell’Istituto Superiore “D’Adda” di Varallo.
Per la prima volta è stato integralmente pubblicato: La storia non insegna, il diario di guerra di Aurelio Mazzone, ufficiale italiano nella campagna di Russia, sottotenente artigliere di complemento, scritto durante gli undici mesi in Russia, dal 21 giugno 1942 al 22 maggio 1943. Nel dicembre 1942 le divisioni di fanteria “Ravenna” e “Cosseria” vennero travolte dall’offensiva russa sul medio Don e costrette ad una disordinata ritirata, inseguiti dall’esercito russo: Aurelio può essere definito “fortunato” perché riuscì a tornare, compiendo un viaggio a ritroso rispetto all’andata: Russia, Ucraina Bielorussia, Polonia, Austria e finalmente Italia. Il diario fu ricopiato ed integrato dallo stesso autore nel 1981. Nel 1984 fu pubblicato un estratto del diario sulla rivista dell’Istituto L’Impegno, con un’ampia introduzione del Professor Giovanni Turcotti, mantenuta nell’edizione di oggi, arricchita da un ampio apparato iconografico costituito da foto d’epoca e dalla riproduzione di una serie di quadri realizzati dal pittore Ermanno Zamboni, che esprimono visivamente la sofferenza provata da chi partecipò alla campagna di Russia. L’impostazione della serata è stata molto famigliare ed affettuosa: Ermanno Zamboni era presente in sala tra il pubblico, così come Bambina Marietta, moglie di Aurelio.
Enrico Pagano ha ricordato le difficoltà incontrate nella scelta dell’impostazione del volume, risolte pubblicando il testo originale, trascritto dalle agendine, con in nota le aggiunte fatte dallo stesso Aurelio. Marcello Vaudano, che ha curato l’inquadramento storico del volume, il cui titolo, dato dall’autore, esprime già una valutazione dell’esperienza, ha spiegato perché sia stato importante pubblicare integralmente questo diario redatto ottant’anni fa, ripreso e riformulato dopo quarant’anni: “Depositare nella memoria collettiva la memoria individuale è stato un gesto generoso della famiglia, ma è stato anche un omaggio alla sofferenza che Aurelio ha patito, offrendo la conferma puntuale e precisa di tanti elementi entrati nella coscienza collettiva attraverso la storiografia: l’insufficienza e l’inadeguatezza di armi ed equipaggiamento dei soldati, la difficoltà dei rapporti con gli alleati tedeschi e dei rapporti tra i comandi e la truppa, che manifestano un’assoluta insensibilità di fronte alle reali condizioni dei soldati, la continua ridefinizione degli organici”. Il racconto di Aurelio non indulge mai sugli aspetti più drammatici: mantiene sempre la compostezza del piemontese, inculcata fin dalla nascita: “Era una persona molto controllata, rigorosa, precisa, che compiva scrupolosamente il proprio dovere, con scrupolo ed intelligenza”.
Marinella Mazzone, figlia di Aurelio, dopo aver ringraziato l’Istorbive per l’attenzione riservata a queste memorie, ha raccontato come venne a conoscenza del diario di suo padre e del successivo lavoro di trascrizione ed integrazione, ricordando come il dattiloscritto, dato in lettura all’amico pittore Ermanno Zamboni, suscitò subito la realizzazione di una serie di quadri, pubblicati in questa edizione: “Questo diario vorrebbe essere lo stimolo per organizzare un convegno di studi storici dedicato a cosa successe dopo a quei soldati sopravvissuti alla campagna di Russia: chi aderì alla Repubblica di Salò, chi entrò nelle fila della Resistenza, chi come Aurelio fu congedato ed iniziò a lavorare”.
Pagano ha concluso la presentazione sottolineando che il titolo del libro: “La storia non insegna”: “È indicativo dell’ossimoro in cui ci troviamo: noi insegniamo la storia, ma purtroppo dobbiamo prendere atto che, dopo ottant’anni, siamo ripiombati in un’analoga tragica situazione”.