EVENTI - 18 marzo 2024, 23:44

Secondo incontro in biblioteca a Grignasco del corso Biblioteche e nuove frontiere

Secondo incontro in biblioteca a Grignasco del corso Biblioteche e nuove frontiere

Secondo incontro in biblioteca a Grignasco del corso Biblioteche e nuove frontiere, per parlare di comunicazione con un esperto: Federico Scarioni, della Fondazione per Leggere – Biblioteche Sud Ovest Milano”, già Presidente dell’AIB Lombardia, organizzatore di corsi di formazione per bibliotecari. Il tema affrontato è stato: “Strategie della comunicazione”: come comunicare bene la biblioteca.

Partendo dal primo incontro con Mirko Migliarino, dove era stato mostrato come costruire una Mappa di Comunità, per individuare le relazioni, la loro intensità, valutando l’impegno profuso rispetto ai risultati ottenuti, da Scarioni è stata ribadita l’importanza di avere una “fotografia” della realtà con la quale la biblioteca si confronta, perché comunicare è un processo che arriva solo al termine di un percorso di conoscenza. “Comunicare la Biblioteca non è affatto semplice”: si rischia il “disordine comunicativo”, richiede la conoscenza del territorio (fisica, geografica, storica, culturale, demografica), e occorre capire cosa interessi davvero alla Comunità. Comunicare in modo casuale è la cosa peggiore: occorre concentrarsi su cosa si vuole comunicare e a chi, scegliendo il linguaggio e la forma più appropriata. La comunicazione sui social non è affatto scontata e richiede conoscenza degli strumenti per rivolgersi agli utenti di FaceBook, Instagram, TikTok, che hanno pubblici completamente diversi.

Verificare cosa c’è intorno a noi, vivere la comunità, capire cosa fa nei suoi vari segmenti, quali sono gli strumenti dei quali disponiamo (NewsLetter, Ufficio Stampa, Mailing List, stampanti per volantini), sfruttare gli influencer, figure che semplicemente parlando di un servizio attraverso i propri canali social sono in grado di influenzare i propri “followers”, seguaci, trasformandoli così in dei potenziali utenti, ma soprattutto, ha invitato Scarioni, non scoraggiarsi, perché : “Una difficoltà è una positività mascherata”.

La differenza intercorrente tra “informazione” e “comunicazione”, è chiara pensando alla metafora dell’onda per definire i contenuti e l’impatto della comunicazione: “E’ grande, intensa, forte: può dominarti e puoi dominarla, se non la sai cavalcare ti butta giù, deve essere padroneggiata, perché se si comunica male si ottiene l’esatto contrario. Anche il silenzio è comunicazione”.

Scarioni ha invitato ciascuno dei partecipanti a ragionare sulle cinque positività della propria biblioteca e sulle cinque negatività, provando a creare un Avatar, un Alter-Ego digitale di un Non utente, seguendolo all’interno della Biblioteca per capire le impressioni che prova: “Già il nome biblioteca lo scoraggia, infatti all’estero non lo si utilizza più, preferendo termini più empatici come casa, approdo, porto, la sede deve essere di facile accesso e attraente, non ci devono essere barriere, né fisiche, né psicologiche, quindi niente banconi che creano separatezza, magari condivisione degli stessi strumenti tra personale e utenti. Le nostre sale sembrano più magazzini, i librai ci insegnano che i libri disposti di copertina incuriosiscono e invitano a sfogliarli. La migliore comunicazione resta quella del passaparola: se una persona si trova bene in un posto lo consiglierà ad altri, quindi la sfida delle biblioteche oggi è aprirsi, diventare accoglienti a 360 gradi. Dire che la biblioteca è gratis significa deprezzarla, occorre invece comunicare che è un servizio che ogni cittadino contribuisce a pagare con le tasse. I bibliotecari spendono il 70% del loro tempo per le attività di prestito, molto più di quanto avviene all’estero, dove si abituano gli utenti, fin da bambini ad utilizzare l’auto-prestito, si rende autonomo l’utente”.

In questa visione olistica della comunicazione trasmessa da Scarioni, sono molto importanti i servizi: le biblioteche devono lavorare per il pubblico, imparare a fare gli scarti, una operazione costruttiva che migliora le prestazioni di una biblioteca, serve a creare spazio, a dare più respiro ai libri, ma per farlo occorre anche poter disporre di magazzini dove ritirare opere meno recenti, o meno consultate, che però possono tornare utili.

Bisogna cercare di far sognare le persone, riuscire ad arrivare a mostrare che “leggere fa tendenza”: “Non ho tempo di stare sui social, devo leggere un libro”. Ogni biblioteca dovrebbe riuscire a scegliere un proprio archetipo, un'idea comune che ha un grande significato e che è incarnata nella realtà di tutti i giorni da personaggi più o meno fantastici. Carl Gustav Jung definisce dodici archetipi: il saggio, l'innocente, l'esploratore, il sovrano, il creatore, l'angelo custode, il mago, l'eroe, il ribelle, l'amante, il giullare e l'orfano: “Scelto il nostro archetipo, caratterizzeremo la Biblioteca, cercando il “tone of voice”, il tono di voce che aiuta a rendersi riconoscibili ed a comunicare i valori al pubblico, ciò che esprime la nostra personalità e diventerà il modo in cui la biblioteca comunicherà e si relazionerà con gli utenti”.

Scarioni ha proposto alcuni efficaci esempi di Storytelling, termine che in italiano potrebbe tradursi con Affabulazione, arte di raccontare storie catturando l'attenzione e l'interesse del pubblico, ma che Andrea Fontana, consulente e docente di Storytelling, definisce: “La creazione di un universo narrativo da parte di un soggetto – autore che invita altri soggetti a partecipare a un destino”, perché ha aggiunto Scarioni: “L’obiettivo è creare uno storytelling delle biblioteche, suscitare emozioni: raccontare una storia che generi interesse, facendo leva sulle sensazioni e sulle emozioni delle persone, lanciando un messaggio chiaro e ben preciso, ottenendo il coinvolgimento del destinatario, perché la parte emozionale è quella che trascina”.

Nell’ultima parte del pomeriggio il relatore ha presentato alcuni esempi di nuove Biblioteche realizzate all’estero, per far capire come stanno cambiando le cose. Sintetizzando le considerazioni espresse, sono state individuate le “Linee Guida Social”: “Identità, chi siamo? Obiettivi: cosa vogliamo dire?, Qual è il pubblico al quale ci rivolgiamo?” per trasmettere una visione attrattiva della biblioteca, non limitandosi alla dimensione lettura: “E’ importante creare una narrazione della nostra biblioteca e coinvolgere altre persone: invitiamo a partecipare insieme ad una storia comune, progettiamo insieme il cambiamento, puntiamo sulla parte emozionale, ma per coinvolgere la parte emozionale di ognuno occorre programmare ed essere empatici”.


Il prossimo incontro sarà il 10 aprile e avrà come relatore Barbara Mastria della Cooperativa VedoGiovane, che proporrà un’esperienza pratica, destinata a fornire ai bibliotecari le conoscenze fondamentali e le abilità necessarie per la creazione di progetti grafici attraverso l’utilizzo di CANVA.

Piera Mazzone

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