Negli ultimi anni si sono compiuti degli autentici passi da gigante per quel che riguarda i rimedi alla calvizie, e ciò ha consentito di migliorare la qualità della vita di tantissime persone, in tutto il mondo.
I progressi principali sono stati senz’altro quelli relativi ai trapianti di capelli, o più esattamente agli autotrapianti: tramite innovative tecniche chirurgiche, infatti, è possibile prelevare i bulbi dalle zone della testa non soggette a caduta, per poi impiantarli nelle aree che necessitano di un infoltimento.
Oggi l’autotrapianto rappresenta la soluzione più gettonata da chi desidera recuperare una capigliatura folta ed è una realtà consolidata anche in Italia: centri tricologici italiani come https://www.tricomeditgroup.it sono in grado di eseguire interventi di questo tipo ricorrendo a svariate tecniche quali la MICROFUE, FUE, FUE ZAFFIRO, la FUT e la DHI.
Lo studio internazionale curato dall’associazione ISHRS
L’associazione ISHRS, acronimo di International Society of Hair Restoration Surgery, ha condotto un’interessante ricerca relativa al mondo dei trapianti di capelli e, più in generale, alle soluzioni contro la calvizie.
I dati oggetto di elaborazione fanno riferimento all’anno 2022 e sono stati rilevati tramite una grande rete di realtà associate ad ISHRS, distribuite in oltre 70 diverse nazioni; i risultati di questo studio, dunque, possono assolutamente essere considerati ben rappresentativi, oltre che autorevoli.
Non esitiamo, dunque, e andiamo a scoprire che cosa è emerso.
Prevalgono i pazienti uomini, ma le donne non sono affatto poche
A sottoporsi a dei trapianti di capelli sono prevalentemente uomini: secondo ISHRS, infatti, l’87,3% dei pazienti a livello mondiale è di sesso maschile e il 12,7% femminile ma ciò non rappresenta di certo una percentuale trascurabile.
Nelle soluzioni non chirurgiche, la forbice si riduce: i pazienti di sesso maschile corrispondono al 62,5% del totale, mentre quelli di sesso femminile al 37,5%.
Sulla base di quanto detto, dunque, è evidente il fatto che il problema della calvizie non sia una prerogativa esclusiva degli uomini.
Le tecniche di esecuzione più diffuse: prevale la FUE
Abbiamo precedentemente accennato al fatto che l’autotrapianto può essere eseguito con tecniche diverse, e lo studio di ISHRS ha svelato quali sono le più diffuse.
Al primo posto troviamo la tecnica FUE, acronimo di Follicular Unit Extraction: essa prevede che le unità follicolari vengano prelevate singolarmente dalla zona donatrice, per poi essere impiantate nelle aree da infoltire.
Tra i pazienti di sesso maschile, la tecnica FUE viene eseguita nel 75,4% dei casi; la percentuale è un po’ più bassa per quel che riguarda le donne, ma rappresenta anche in questo caso quella principale.
Al secondo posto figura la tecnica FUT, acronimo di Follicolar Unit Transplantation: in questo caso le unità follicolari sono prelevate dalle zone donatrici non in modo singolo, come avviene nella tecnica FUE, ma in piccole porzioni di cute che vengono successivamente impiantate.
Le fasce d’età dei pazienti e le quantità di capelli impiantati
Sono molto interessanti anche le statistiche relative alle fasce d’età dei pazienti: per quel che riguarda gli uomini la fascia più ricorrente è quella compresa tra i 30 ed i 39 anni, corrispondente al 29,2% del totale; tra le donne, invece, prevale la fascia compresa tra i 40 ei 49 anni, la quale corrisponde al 28% del totale.
Un’ulteriore statistica messa a disposizione da ISHRS è, infine, quella relativa alla quantità di capelli che vengono impiantati in una singola procedura: l’autotrapianto, infatti, consente di movimentare quantità di capelli molto diverse, a seconda delle peculiarità dello specifico caso clinico.
Anche da questo punto di vista si registrano delle differenze tra uomini e donne.