Vercelli e limitrofi - 28 aprile 2025, 10:38

Il ricordo di Mario Pollarolo Sacerdote, memoria storica della comunità ebraica

A 100 anni ci lascia Mario Pollarolo Sacerdote, memoria storica della Comunità Ebraica di Vercelli, «Un uomo onesto, sincero, simpatico e di grande spessore intellettuale», come ricordano gli amministratori comunali di Asigliano, centro nel quale aveva vissuto per gran parte della propria esistenza. 

Da qualche tempo "Mariulin", come lo chiamavano gli amici, si era ritirato a vivere nella casa di riposo del paese ma, ancora nel 2021, in piena emergenza covid, aveva presenziato alla cerimonia del Giorno della Memoria. Una mattina gelida, che a causa dell'emergenza sanitaria venne celebrata "a porte chiuse" davanti alla Sinagoga, alla sola presenza di poche autorità. Nonostante l'età, il freddo e la mascherina, Pollarolo intonò "Shemà Israel", condividendo poi con i pochi presenti i suoi ricordi degli anni della persecuzione. 

Pollarolo era nato nell’ex ghetto di Vercelli in una famiglia mista e di estrazione operaia: il padre ateo, lo avrebbe però sostenuto nella decisione di abbracciare la fede della madre, Maria Sacerdote, ebrea di grande fede.  Aveva frequentato l’asilo Levi e, negli anni Trenta, quando la Sinagoga aveva ancora il suo rabbino e ospitava le funzioni, aveva celebrato il suo bar mitzvah. Finite le scuole ebraiche si era iscritto all’istituto Cavour per diventare geometra, ma le leggi razziali gli avevano impedito di terminare gli studi: nel 1938, insieme con gli altri ebrei, studenti e insegnanti, Pollarolo venne espulso dalle scuole pubbliche e dovette iniziare a lavorare come operaio alla Cantoni. Convinto antifascista, per 20 mesi era stato partigiano in Val Varaita, nelle formazioni di Giustizia e Libertà, di cui aveva orgogliosamente conservato la piastrina con il simbolo e il diploma firmato dal Generale Alexander. 

Nel dopoguerra anni di lavoro in Svizzera, il matrimonio con una ragazza cattolica di Asigliano, la passione per fotografia naturalistica, la pesca, la lirica, la voglia di trasmettere i ricordi e le conoscenze per testimoniare ciò che era la vita del ghetto. Ultimo a parlare il dialetto giudaico della zona, con la sua memoria lucidissima rievocava le «frittelle di mele cucinate dalla moglie del rabbino. Le azzime e i dolci destinati ai più piccoli», ma anche i negozi del ghetto di Vercelli, le vicende della vita quotidiana.

«Mario Pollarolo Sacerdote vive ora in un'altra dimensione - si legge sui profili social della Comunità Ebraica di Vercelli -. Il funerale è previsto martedì 29 aprile alle 14 al cimitero ebraico di corso Randaccio a Vercelli. Non fiori, ma alberi per Israele secondo la sua volontà».

Dalla Redazione di Vercelli, G. Ch.

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