ATTUALITÀ - 02 maggio 2025, 07:10

Maltempo in Piemonte, agricoltura in ginocchio tra Sesia ed Elvo: danni gravi a risaie e argini

In particolare la fuoriuscita del fiume Sesia ha interessato un’area di circa 300-400 giornate piemontesi nella zona di Prarolo e Caresana

Maltempo in Piemonte, agricoltura in ginocchio tra Sesia ed Elvo: danni gravi a risaie e argini

L’ondata di maltempo del 16-17 aprile scorsi ha causato danni ingenti alle coltivazioni e alle imprese agricole anche in provincia di Vercelli. Ad evidenziarlo è Confagricoltura Vercelli e Biella, che alla luce della frequenza sempre più elevata di calamità naturali che si abbattono sul nostro territorio, chiede alle istituzioni l’adozione di alcuni provvedimenti urgenti.

In particolare la fuoriuscita del fiume Sesia ha interessato un’area di circa 300-400 giornate piemontesi nella zona di Prarolo e Caresana, mentre danni alla sponda destra e sinistra del corso d'acqua si sono verificati prima di Borgo Vercelli. Nello specifico: nella sponda sinistra sono state interessate dagli allagamenti circa 250 giornate, nella sponda destra circa 300, tutte situate in zone golenali. Una completa devastazione che, evidenzia Confagricoltura, mette in discussione il futuro uso agricolo dei queste aree.

Danni si sono registrati anche nella zona di Casanova Elvo e di Salussola, a causa dell’esondazione dell’Elvo, che ha cambiato il percorso andando ad invadere parte delle risaie e danneggiando lo scolmatore della Mandria. Pesanti danneggiamenti vengono evidenziati anche dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, che segnala lesioni alle paratoie della traversa fissa sul Sesia nei Comuni di Romagnano e Gattinara, e danni causati dal Cervo nei comuni di Castelletto Cervo e Formigliana.

La situazione attuale pone una serie di riflessioni: secondo Confagricoltura Vercelli e Biella, è necessaria una rivalutazione della gestione dell’alveo dei fiumi. Inoltre, la definizione di “sostenibilità" ad oggi adottata, con gli alvei completamente all’abbandono, non è più sostenibile: lo dimostrano i recenti fatti di metà aprile, e l’evento alluvionale dell’ottobre 2020. Le zone golenali, regolarmente coltivate, offrono una naturale cassa di espansione dei fiumi, salvaguardando gli argini primari. "A nostro avviso - commenta il direttore Simone Silvestri - dobbiamo iniziare a valutare l’enorme servizio alla collettività dato oggi dall’agricoltura, andando a compensare in qualche modo il sacrificio fornito dagli agricoltori, in particolare gli enormi costi sostenuti per il ripristino dei campi, e della stessa rete irrigua, in caso di alluvione”.

Il presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, Benedetto Coppo, aggiunge: "L'abbandono delle aree golenali incrementerebbe in modo esponenziale il rischio di rottura degli argini in caso di nuovi eventi alluvionali, con conseguenti inondazioni di ampissime aree rurali e civili. Tutto ciò evidenzia, senza tema di smentita, la necessità d'intervento per la rimozione degli enormi depositi di inerti, e della vegetazione che sugli stessi cresce e si affranca, intralciando il regolare deflusso dell'acqua in alveo".

c.s.confagricoltura biella vc, s.zo.

SU