ATTUALITÀ - 20 maggio 2025, 15:45

Senza api, niente futuro: la sfida urgente per salvare gli impollinatori VIDEO

In occasione della Giornata Mondiale delle Api, l'intervista a Paolo Detoma, esperto apicoltore.

Senza api, niente futuro: la sfida urgente per salvare gli impollinatori.

Senza api, niente futuro: la sfida urgente per salvare gli impollinatori.

Oggi, martedì 20 maggio, si celebra la Giornata Mondiale delle Api, un’occasione fondamentale per ricordare quanto questi piccoli insetti siano indispensabili per l’equilibrio del nostro pianeta. Gli impollinatori, tra cui le api svolgono un ruolo primario, sono responsabili della riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e del 90% delle piante da fiore selvatiche.
Tuttavia, la situazione globale è allarmante: oltre il 40% degli impollinatori invertebrati rischia l’estinzione. In Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è seriamente minacciato. Le principali cause di questo declino sono note: cambiamento climatico, uso intensivo di pesticidi, perdita di habitat e inquinamento.

Una tradizione radicata: l’apicoltura in Valsesia
Nonostante le sfide attuali, il nostro territorio vanta una lunga e orgogliosa tradizione apistica. In Valsesia, l’apicoltura era già praticata nel Seicento dalle comunità Walser provenienti dalle valli d’oltralpe. A dare un'impronta moderna e professionale fu Giacomo Bertoli, apicoltore di Varallo, che dopo esperienze formative all’estero rientrò nel 1867 con l’ambizione di rinnovare l’apiario di famiglia.

In un contesto ambientale difficile, Bertoli introdusse un sistema innovativo: un apiario razionale in pianura e un secondo, “nomade”, per la raccolta in alta quota. La sua visione lo portò a esportare il miele “Monte Rosa” — apprezzato per la qualità e il profumo — in tutta Europa, fino in America e nelle Colonie. Il prodotto ottenne riconoscimenti ufficiali, tra cui un brevetto concesso da Umberto I e premi dal Ministero dell’Agricoltura.
La Valsesia rimane fortemente legata alla produzione del miele, simbolo della resilienza di un territorio difficile, e guarda con ottimismo al futuro dell’apicoltura locale.

La voce dell’apicoltore: un bilancio sulla stagione nel Biellese
Dopo anni difficili, la raccolta dell’acacia si è rivelata finalmente positiva. Lo conferma Paolo Detoma, presidente dell’Associazione Biellese Apicoltori: “Le api hanno sofferto molto negli ultimi anni, soprattutto a causa delle temperature elevate e dell’instabilità climatica. Ma quest’anno la stagione è stata buona, e questo ci dà fiducia.”

Un fenomeno tipico di questo periodo è la sciamatura, che ha suscitato numerose segnalazioni da parte dei cittadini. “Ci hanno chiamato in molti perché hanno trovato sciami nei cassonetti o in altri luoghi insoliti. La sciamatura è il modo in cui si riproducono le famiglie di api: la regina ‘vecchia’ lascia l’alveare con parte delle api per fondarne uno nuovo, mentre nell’alveare originario nascerà una nuova regina.”

In questi casi è importante non agire da soli, ma contattare i Vigili del Fuoco, che dispongono di un elenco di apicoltori esperti pronti a intervenire.

Le sfide del cambiamento e le incognite del mercato
Negli ultimi anni è cambiata anche la tipologia di miele prodotta: se un tempo le api raccoglievano prevalentemente nettare da ciliegio, acero e millefiori, oggi la produzione si concentra quasi esclusivamente sull’acacia, favorita dalla sua abbondanza e dalla fioritura in linea con il nuovo andamento climatico.

Resta da valutare quale sarà il prezzo del miele nei prossimi mesi. “Nel Biellese la raccolta è andata bene — spiega Detoma — ma è ancora presto per trarre conclusioni. Il mercato è globale, e ciò che accade all’estero influisce in modo determinante anche sulle nostre realtà locali.”

Non solo un giorno all’anno
La buona notizia di quest’anno non deve indurre a sottovalutare i problemi strutturali che mettono a rischio la sopravvivenza delle api. Proteggere gli impollinatori significa difendere la biodiversità, la sicurezza alimentare, la salute pubblica e l’economia.
È una responsabilità che non può limitarsi a un solo giorno all’anno, ma che deve tradursi in azioni concrete e continuative, a tutela delle api e, di conseguenza, del nostro stesso futuro.

Maria Camilla Toffetti

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