ATTUALITÀ - 09 giugno 2025, 12:32

Ripartono gli scavi sul Monte Fenera: prosegue la collaborazione dell’Università di Ferrara e il comune di Borgosesia

Le ricerche, portate avanti dal 2009 dall'Università di Ferrara, hanno permesso di delineare un quadro affascinante dello stile di vita dell'Uomo preistorico che frequentò le grotte del Monte Fenera.

Ripartono gli scavi sul Monte Fenera: prosegue la collaborazione dell’Università di Ferrara e il comune di Borgosesia

Ripartono gli scavi sul Monte Fenera: prosegue la collaborazione dell’Università di Ferrara e il comune di Borgosesia

Anche quest’anno il Comune di Borgosesia sostiene il gruppo di studiosi dell’Università di Ferrara che, per la diciassettesima edizione consecutiva, conducono ricerche archeologiche nella Grotta Ciota Ciara, promettendo nuove, importanti scoperte.

Gli scavi, diretti dall'Università degli Studi di Ferrara (Dipartimento Studi Umanistici) e condotti in concessione dal Ministero della Cultura, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, rappresentano un appuntamento cruciale per la comprensione del popolamento preistorico del nostro paese.

“Ogni anno, grazie alla fondamentale collaborazione con il Comune di Borgosesia (co-finanziatore delle ricerche insieme all'Università di Ferrara), l'Ente Gestione Aree Protette della Valle Sesia e i membri dell'ex Gruppo Archeologico e Speleologico di Borgosesia – spiegano i responsabili del progetto - ricercatori e studenti da ogni angolo del mondo (dall'Argentina alla Cina, dall'Indonesia al Marocco, fino alla Francia) si dedicano per un mese a una campagna di scavo intensiva. Negli ultimi anni, l'attenzione si è concentrata su un livello archeologico che ha restituito resti umani appartenenti all'Uomo di Neandertal. Questi reperti, eccezionalmente ben conservati, sono stati presentati nel novembre 2024 presso la sede della SABAP-NO, suscitando un enorme interesse sia nel pubblico che nella comunità scientifica, in quanto rappresentano alcune tra le più antiche attestazioni di Homo neanderthalensis su scala europea.

La campagna 2025 vedrà un ulteriore ampliamento dell'area di scavo, con l'obiettivo di proseguire l'indagine sui livelli archeologici in cui sono stati rinvenuti i resti umani. Il team di ricerca è impaziente di dare il proprio contributo all'avanzamento delle conoscenze in uno dei siti archeologici più significativi per lo studio della preistoria italiana.

Grazie a diciassette anni di studi e analisi multidisciplinari, condotti in collaborazione con numerosi istituti di ricerca italiani e internazionali, sappiamo che la Grotta della Ciota Ciara è un sito di importanza fondamentale per la ricostruzione del popolamento preistorico dell'Italia del Nord Ovest. È l'unico sito nell'area ad essere così ben documentato e in fase di scavo sistematico, rivelando tracce così antiche di occupazione preistorica.

Le ricerche, portate avanti dal 2009 dall'Università di Ferrara, hanno permesso di delineare un quadro affascinante dello stile di vita dell'Uomo preistorico che frequentò le grotte del Monte Fenera durante le prime fasi del Paleolitico medio (un periodo che si estende da 300.000 a circa 35.000 anni fa, in cui in Europa erano presenti Homo heidelbergensis e Homo neanderthalensis).

I dati emersi dagli scavi suggeriscono che la grotta sia stata inizialmente utilizzata come rifugio per la caccia, per poi diventare teatro di occupazioni più lunghe, probabilmente stagionali e più articolate, e infine di brevi periodi di frequentazione. L'Uomo preistorico sfruttava le rocce locali per produrre strumenti e cacciava specie come cervi, cinghiali, camosci, caprioli e rinoceronti. Inoltre, depezzava carcasse di orso (cacciato attivamente o trovato morto durante il letargo) e lupo per il recupero delle pellicce. Materie prime litiche di migliore qualità venivano invece procurate in Lombardia, e gli strumenti già confezionati venivano poi "ravvivati" all'occorrenza all'interno della grotta.

L'analisi dei denti dei micromammiferi (piccoli roditori) ha permesso di ricostruire l'ambiente dell'epoca, rivelando un clima temperato con un progressivo aumento dell'aridità e un abbassamento delle temperature nei livelli più antichi.

  

Oltre alle specie introdotte dall'uomo, sono stati rinvenuti anche resti di carnivori come pantere, leoni, linci, lupi, tassi e martore, che probabilmente occupavano la grotta nei periodi di assenza umana”.

 

L’operazione è seguita dal Sindaco e dall’Assessore Paolo Urban: <<Sosteniamo con piacere il lavoro dell’Università di Ferrara – dicono gli amministratori – che ringraziamo perché attraverso questi studi porta il nostro territorio all’attenzione del mondo. Auguriamo loro la miglior riuscita per questa edizione degli scavi, che le loro ricerche siano fruttuose e che la loro permanenza nella nostra città sia piacevole. Buon lavoro!>>.

 

La prof.ssa Marta Arzarello fa sapere che “chiunque fosse interessato a visitare lo scavo può farlo contattando la pagina Facebook "Ciota Ciara".
Si ricorda che la campagna di scavo terminerà il 20 giugno e sarà pienamente visitabile fino al 16 giugno, data in cui inizieranno i lavori di chiusura dell'area. 

C.S. Comune di Borgosesia, M.C.T.

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