ATTUALITÀ - 11 giugno 2025, 07:10

Asili nido privati, U-NIDI incontra la Regione Piemonte: “Servono regole più chiare e risorse equamente distribuite”

Asili nido privati, U-NIDI incontra la Regione Piemonte: “Servono regole più chiare e risorse equamente distribuite”

Si è tenuto martedì 3 giugno un incontro tra l’associazione U-NIDI, rappresentata da Barbara Perroni ed Erica Tasinato, e le funzionarie della Regione Piemonte le dottoresse Cardillo, Romano e Poggioli dell’Ufficio Istruzione, Formazione e Lavoro. Al centro del confronto, le criticità che riguardano la gestione e il sostegno degli asili nido privati nella regione, sempre più strategici in un sistema educativo che fatica a garantire l’accesso pubblico universale.

Uno dei primi temi trattati ha riguardato i Coordinamenti Pedagogici Territoriali (CPT), che secondo U-NIDI risultano ancora poco accessibili per diverse strutture private. Le difficoltà di adesione, in parte legate alla dislocazione geografica dei servizi, rischiano di compromettere la piena funzionalità di un organismo pensato anche in chiave formativa. La Regione ha assicurato che è in corso una revisione dell’organizzazione dei CPT, ma resta aperto il nodo dei finanziamenti, spesso sottratti ai fondi destinati al contenimento delle rette.

Altro punto critico è la gestione dei contributi MIUR cofinanziati dalla Regione, che secondo l’associazione vengono erogati in modo incoerente da un Comune all’altro. U-NIDI ha ribadito la necessità di criteri uniformi: “I fondi devono sostenere la gestione dei servizi, non diventare strumenti discrezionali di politica tariffaria locale”, hanno sottolineato Perroni e Tasinato. L’associazione ha inoltre sollecitato l’elaborazione di una stima ufficiale del costo mensile per bambino, che oggi – secondo i calcoli di U-NIDI – non può essere inferiore a 900 euro per garantire un servizio rispettoso della normativa vigente.

La Regione ha replicato facendo riferimento alla recente Delibera di Giunta n. 9-514 del dicembre 2024, in cui si ribadisce l’impegno a sostenere sia i servizi pubblici sia quelli privati. Tuttavia, U-NIDI chiede un ulteriore passo avanti: “Occorre normare con precisione le modalità di attribuzione dei fondi per evitare che il sistema continui a poggiare sulle spalle dei soli enti privati”.

Non meno delicato il tema della gestione del Fondo di Solidarietà Comunale (FSC). Secondo l’associazione, l’attuale ripartizione dei contributi genera sperequazioni: alcune famiglie residenti in Comuni privi di nidi ricevono sostegni economici sostanziosi per frequentare strutture in altri territori, mentre altre, pur risiedendo in Comuni dotati di servizi, restano escluse da tali agevolazioni.

U-NIDI propone l’introduzione di convenzioni intercomunali per riequilibrare il sistema e garantire equità di accesso. La Regione, da parte sua, si è impegnata a coinvolgere ANCI per approfondire il tema e individuare soluzioni condivise.

Durante l’incontro si è fatto il punto anche sull’attuazione della Legge regionale n. 30/2023, in particolare sulla possibilità di aumentare del 10% la capacità ricettiva dei nidi. U-NIDI ha inoltre posto l’attenzione sull’emergenza legata alla carenza di personale qualificato, ipotizzando soluzioni temporanee analoghe a quelle già adottate per le scuole dell’infanzia, come deroghe ai titoli richiesti in caso di assenza prolungata di candidati idonei.

Infine, l’associazione ha chiesto formalmente di entrare a far parte del CO.RE.SI (Comitato Regionale per il Sistema Integrato), come rappresentanza dei nidi e micronidi privati piemontesi. Essendo la composizione del comitato già definita, la Regione ha suggerito di avviare un dialogo con API Infanzia, altra realtà rappresentativa del settore privato. U-NIDI ha già richiesto un incontro con le delegate Paola Leone e Patrizia Mangani e resta in attesa di un riscontro.

s.zo.

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