ATTUALITÀ - 14 giugno 2025, 07:50

Femminicidio, l’appello delle nuove generazioni: Sara Bortolozzo risponde

La voce di una madre e coach: "La violenza si combatte con l’ascolto, le regole e il coraggio di essere diversi. Grazie Greta, continuiamo a parlarne."

Femminicidio, l’appello delle nuove generazioni: Sara Bortolozzo risponde

Femminicidio, l’appello delle nuove generazioni: Sara Bortolozzo risponde

Ciao Greta,
è un onore essere stata citata da una giovane come te.
Le tue riflessioni sulla violenza di genere mi hanno toccata profondamente, sia come mamma che come professionista.
Il pensiero: "quella ragazza avrebbe potuto essere una mia amica, una compagna di classe… avrei potuto essere io", è lo stesso che mi gela il sangue come genitore e come professionista.
Leggendo quelle notizie penso subito a mia figlia, che si sta affacciando alla vita e a nuove esperienze in modo autonomo.
Quando la violenza spezza una vita, la ferita è profonda per la comunità e per ogni genitore.
La tua lucida consapevolezza del femminicidio come realtà vicina è un prezioso campanello d'allarme.
La violenza va oltre l'atto estremo; si manifesta in segnali subdoli. Non è uno scherzo: è meglio parlarne e prevenire.
Come coach, donna e mamma, so quanto sia difficile riconoscerla emotivamente. Sentirsi sbagliate, sentirsi la causa principale di quello che sta accadendo.
La causa non siamo noi!
Il primo passo è ascoltare le proprie sensazioni e chiedere aiuto subito a chi ti sta vicino: famiglia, insegnanti, professionisti, il numero 1522 e gli amici.
Le cause sono molteplici; la primaria è la debolezza emotiva di chi colpisce (solo un debole agisce così).
Questa incapacità deriva da debolezza emotiva, costrutti sociali (che legano controllo a forza e rifiuto a debolezza) e media che mostrano donne come oggetti al servizio dell'uomo, soprattutto sessuale.
La tua analisi sul "no" non accettato è cruciale, come evidenziato nei miei articoli.
“NO” in rete non esiste: per quale motivo si dovrebbe accettare nella realtà?
La realtà è diversa!!!
La società deve insegnare il rispetto dell'autonomia, accettando i "no". La violenza è il fallimento di questo sistema.
E hai ragione, i social spesso distorcono l'amore in possesso. Gelosia e controllo sono allarmi. Relazioni sane si basano su rispetto, fiducia, libertà e supporto.
Smettiamo di normalizzare la non-violenza come un "pregio": è la base di ogni legame.
Le ore scolastiche con esperti sono essenziali. Nelle scuole, informazione e sensibilizzazione sono la chiave per una cultura di rispetto e consapevolezza.
Io ti parlo anche di casa e di genitori, di regole: poche, utili e rispettate!
Senza la paura, da parte dei genitori e dei figli, di apparire diversi: “fanno tutti così” è la rovina di molti.
Parlo del fatto che gli adolescenti quando ti urlano in faccia “stai rompendo”, quasi sempre ti stanno dicendo “Sto crescendo, voglio cominciare a camminare da solo!!! Ma grazie per esserci, ho bisogno di sapere che sei la mia roccia!”
Le D.A.S. dimostrano che l'adolescenza va vissuta e sfogata, guidata con amorevolezza; altrimenti, può causare disastri emotivi da adulti.
Basta aver paura di essere diversi, basta agire con la massa! Ogni famiglia, ogni individuo è unico. Se qualcosa viola le nostre regole, parliamone e ascoltiamoli; decidiamo insieme a loro, ricordandoci che le decisioni più facili non sono sempre le più giuste.
Essere genitori è sempre più difficile, ed essere figli anche; esistono due mondi: uno reale ed uno virtuale, e spesso si confondono e confondono.
Abbiamo la fortuna di scegliere e cambiare idea. Usiamo il cervello, facciamo vivere ai figli la loro età, resistendo al marketing che li fa crescere in fretta per manipolarli.
Greta, il tuo articolo è un grido lucido e coraggioso. Continua a usare la tua voce per ispirare il cambiamento.
Con stima e profonda gratitudine,
Sara
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Dott.ssa Sara Bortolozzo, Coach, Master p. PNL, formatrice, mamma e moglie

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