COSTUME E SOCIETÀ - 15 giugno 2025, 07:00

Riascoltati per voi: Bullet for My Valentine - The Poison (2005)

Riascoltati per voi: Bullet for My Valentine - The Poison (2005).

Riascoltati per voi: Bullet for My Valentine - The Poison (2005).

Benvenuti al ventiquattresimo appuntamento con la rubrica settimanale “Riascoltati per voi”. Sono convinto che ci siano album che entrano nella tua vita attraverso vie inaspettate. Non li cerchi e nemmeno li attendi, ma in qualche modo arrivano lo stesso, spesso grazie a qualcuno che li condivide con te. “The Poison” dei Bullet for My Valentine è uno di questi. Questo disco mi fu consigliato da un amico d'infanzia, uno di quelli con cui passavo i pomeriggi a scoprire musica, scambiandoci musicassette con copertine disegnate a mano, quasi come fossero delle reliquie preziose.

Uscito nel 2005, “The Poison” fu l'album di debutto dei Bullet for My Valentine e segnò immediatamente il panorama metalcore con una furia giovane e melodica al tempo stesso. Loro erano gallesi, ma il loro sound aveva l'ambizione delle grandi band americane, con quei riff devastanti, le melodie vocali accattivanti e quegli assoli che subito ti riportavano alla mente i migliori momenti dell'heavy metal classico. Era un disco che riusciva a combinare aggressività e melodia in un equilibrio perfetto.

C'è qualcosa di viscerale in questo album. Non è solo il metalcore adrenalinico, ma anche il senso di malinconia che lo attraversa. "Tears Don't Fall" è forse l'esempio più iconico: un brano in cui la rabbia e il dolore si intrecciano in un ritornello esplosivo che rimane in testa per giorni e giorni. Oppure "All These Things I Hate (Revolve Around Me)", che unisce chitarre acustiche alternate a scariche elettriche improvvise, creando un contrasto emozionante.

La produzione dell'album, è stata molto curata, infatti essa riesce ad esaltare ogni singolo dettaglio, rendendo il suono cristallino e potente. Ogni strumento ha il suo spazio, eppure il risultato è compatto, una muraglia sonora che ti travolge senza pietà.

Prima di lasciarvi all’ascolto, vi voglio sottolineare che riascoltare questo disco vent’anni dopo, mi riporta indietro nel tempo, è come ritrovare un vecchio diario: ogni traccia ha una storia, ogni riff è un frammento di un'epoca passata ma mai dimenticata. Un album che, per chi lo ha scoperto nel momento giusto, rappresenta un viaggio nell'energia e nella malinconia di un'epoca. Ed è sempre bello riscoprire certi viaggi.

I miei brani preferiti sono: "Tears Don't Fall",  "Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do)", "Hit the Floor", "All These Things I Hate (Revolve Around Me)”, "The Poison” e “Cries in Vain”.

Voto: 8,5

Tracce:

1) Intro – 2:22

2) Her Voice Resides – 4:18

3) 4 Words (To Choke Upon) – 3:47

4) Tears Don't Fall – 5:48

5) Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do) – 3:35

6) Hit the Floor – 3:30

7) All These Things I Hate (Revolve Around Me) – 3:46

8) Room 409 – 4:01

9) The Poison – 3:39

10) 10 Years Today – 3:55

11) Cries in Vain – 4:00

12) Spit You Out – 4:07

13) The End – 6:45

Durata: 53 minuti.

Formazione:

- Matthew Tuck – voce, chitarra

- Michael Padget – chitarra

- Jason James – basso, voce

- Michael Thomas – batteria

Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "The Poison”, ma anche sui Bullet for My Valentine e sull'impatto che la loro musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.

Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!

Andrea Battagin

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