Benvenuti al ventiquattresimo appuntamento con la rubrica settimanale “Riascoltati per voi”. Sono convinto che ci siano album che entrano nella tua vita attraverso vie inaspettate. Non li cerchi e nemmeno li attendi, ma in qualche modo arrivano lo stesso, spesso grazie a qualcuno che li condivide con te. “The Poison” dei Bullet for My Valentine è uno di questi. Questo disco mi fu consigliato da un amico d'infanzia, uno di quelli con cui passavo i pomeriggi a scoprire musica, scambiandoci musicassette con copertine disegnate a mano, quasi come fossero delle reliquie preziose.
Uscito nel 2005, “The Poison” fu l'album di debutto dei Bullet for My Valentine e segnò immediatamente il panorama metalcore con una furia giovane e melodica al tempo stesso. Loro erano gallesi, ma il loro sound aveva l'ambizione delle grandi band americane, con quei riff devastanti, le melodie vocali accattivanti e quegli assoli che subito ti riportavano alla mente i migliori momenti dell'heavy metal classico. Era un disco che riusciva a combinare aggressività e melodia in un equilibrio perfetto.
C'è qualcosa di viscerale in questo album. Non è solo il metalcore adrenalinico, ma anche il senso di malinconia che lo attraversa. "Tears Don't Fall" è forse l'esempio più iconico: un brano in cui la rabbia e il dolore si intrecciano in un ritornello esplosivo che rimane in testa per giorni e giorni. Oppure "All These Things I Hate (Revolve Around Me)", che unisce chitarre acustiche alternate a scariche elettriche improvvise, creando un contrasto emozionante.
La produzione dell'album, è stata molto curata, infatti essa riesce ad esaltare ogni singolo dettaglio, rendendo il suono cristallino e potente. Ogni strumento ha il suo spazio, eppure il risultato è compatto, una muraglia sonora che ti travolge senza pietà.
Prima di lasciarvi all’ascolto, vi voglio sottolineare che riascoltare questo disco vent’anni dopo, mi riporta indietro nel tempo, è come ritrovare un vecchio diario: ogni traccia ha una storia, ogni riff è un frammento di un'epoca passata ma mai dimenticata. Un album che, per chi lo ha scoperto nel momento giusto, rappresenta un viaggio nell'energia e nella malinconia di un'epoca. Ed è sempre bello riscoprire certi viaggi.
I miei brani preferiti sono: "Tears Don't Fall", "Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do)", "Hit the Floor", "All These Things I Hate (Revolve Around Me)”, "The Poison” e “Cries in Vain”.
Voto: 8,5
Tracce:
1) Intro – 2:22
2) Her Voice Resides – 4:18
3) 4 Words (To Choke Upon) – 3:47
4) Tears Don't Fall – 5:48
5) Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do) – 3:35
6) Hit the Floor – 3:30
7) All These Things I Hate (Revolve Around Me) – 3:46
8) Room 409 – 4:01
9) The Poison – 3:39
10) 10 Years Today – 3:55
11) Cries in Vain – 4:00
12) Spit You Out – 4:07
13) The End – 6:45
Durata: 53 minuti.
Formazione:
- Matthew Tuck – voce, chitarra
- Michael Padget – chitarra
- Jason James – basso, voce
- Michael Thomas – batteria
Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "The Poison”, ma anche sui Bullet for My Valentine e sull'impatto che la loro musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.
Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!