EVENTI - 18 giugno 2025, 16:18

Valduggia, arte in dialogo: inaugurata la mostra di sculture e vetrofusioni al Museo delle Campane

“Cosa si dicono le campane nel silenzio?”

Valduggia, arte in dialogo: inaugurata la mostra di sculture e vetrofusioni al Museo delle Campane

Valduggia, arte in dialogo: inaugurata la mostra di sculture e vetrofusioni al Museo delle Campane

Domenica 15 giugno, a Valduggia, nel pomeriggio è stata inaugurata la mostra di sculture e vetrofusioni, allestita nelle sale del Museo di Campane Achille Mazzola.

Il Direttore artistico, Caterina D’Agostino, ha riunito un gruppo di artisti: Dino Damiani, Anna Giraldo, Carlo Mora, Piero Motta e Silvano Rotti, invitandoli ad esporre con lei le loro opere.

La mostra si articola su diverse dimensioni spaziali: fuori/dentro, vicino/lontano, sopra/sotto; materiali: legno policromo, ferro riciclato, cuoio lavorato, terre refrattarie, argilla …e oro, legno, vetro lavorato in fusione; prospettive temporali: passato/presente/futuro. Ogni artista ha saputo proporre visioni della vita e del mondo.

Caterina D’Agostino ha esposto le campane “buffe”, protagoniste del volume: “Cosa si dicono le campane nel silenzio?”, una storia per bambini e ragazzi, ma non solo, ambientata nel Museo, scritta da Silvana Mazza, accompagnata dai disegni di Caterina D’Agostino e dalle fotografie di Riccardo Verza e Roberto Sagliaschi, pubblicato dal Centro Libri di Varallo. Il libro sarà presentato da Miriam Giubertoni e Piera Mazzone domenica 29 giugno alle 17.30 al Museo.

Alcune campane da Caterina D’Agostino sono state volutamente lasciate “crude”, altre, durante la cottura in forno, si erano rotte, ma Caterina, recuperando un’antichissima tecnica giapponese: il Kintsugi o Wabisabi le ha riparate con l’oro: “Il mio intervento su qualcosa che forse sarebbe stato buttato è una metafora della resilienza e di come le cicatrici dell’anima si trasformino in punti di forza. Ciò che è rotto non è perduto, ma può rinascere”.

Dino Damiani propone tre sculture incentrate sul rapporto cavallo/uomo: un Giullare, che quando fa il suo ingresso a corte, trasforma l’ambiente in un circo, catturando l’attenzione e due Amazzoni a cavallo, che volteggiano tra equilibrio e matericità.

Le vetrofusioni di Anna Giraldo sono creazioni policrome, trasparenti, di grande eleganza e leggerezza: l’artista ha recuperato l’antica tecnica Tiffany per creare oggetti d’arte, che però mantengono anche la loro funzione quotidiana.

Carlo Mora stupisce con la sua moto, interamente modellata in cuoio, un lavoro lungo anni, tenace, attento a riprodurre la realtà meccanica trasformandola in un oggetto d’arte, mentre Piero Motta da rottami ferrosi riassemblati rinnova la vita di vecchi attrezzi da lavoro, creando animali fantastici, come la Cernia che accoglie i visitatori boccheggiando sul prato all’esterno del museo, o Migra, un uccello sospeso tra andare e stare, con nel cuore un richiamo che non è possibile eludere, e Sirena, in equilibrio tra mare e terra. Silvano Rotti usa il cannocchiale al contrario, rimpicciolendo la realtà con ironia, realizza Bekstage: galline miniaturizzate sul trespolo, Oche in regola, che attraversano ordinatamente in fila sulle strisce pedonali, ispirate alle candide oche del pittore Franco Fizzotti. “Alla ricerca di nuovi orizzonti” è la fragile creazione di un pastore con il suo gregge che attraversa in fila indiana un sentiero sospeso, appoggiato su una sfera: metafora della vita in cui ognuno deve fare la propria strada, assumendosi delle responsabilità nelle scelte, senza guardare nel baratro ma avanti.

La mostra sarà visitabile sabato 28 e domenica 29 giugno, dalle 15 alle 18.

C.S. Piera Mazzone, M.C.T.

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