EVENTI - 16 luglio 2025, 18:24

Alagna, memoria viva della Resistenza: commemorato l’eccidio del 14 luglio 1944

Alagna, memoria viva della Resistenza: commemorato l’eccidio del 14 luglio 1944

Alagna, memoria viva della Resistenza: commemorato l’eccidio del 14 luglio 1944

Anche quest'anno, in memoria dell'eccidio di Alagna, la sezione Anpi di Varallo Alta Valsesia in collaborazione con 'Associazione Nazionale Carabinieri, Sezione di Varallo "A. Vescia" ha organizzato la partecipazione di tante sezioni del territorio e autorità civili e militari. 


Era presente tra gli altri, la Capo di gabinetto della Prefettura di Vercelli Laura Naso, il vicesindaco di Varallo Eraldo Botta, con il labaro decorato della medaglia d'oro, il Colonnello Provinciale Pier Enrico Burri. 


Durante la messa Don Alberto ha ricordato il buon samaritano che ha saputo infrangere le regole ingiuste, mosso da compassione e non è restato indifferente.

L'orazione ufficiale è stata tenuta da Fabrizio De Sanctis, della segreteria Nazionale dell'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Nel discorso ha ricordato il grande contributo dei carabinieri alla Resistenza, dalle fosse ardeatine ad Alagna, con tante medaglie assegnate. La storia ci esorta a non ignorare le tante lotte di Resistenza che ancora sino in corso, dall'Africa alla Palestina. 

 

I fatti storici:
Il 10 giugno 1944 le autorità fasciste, credendo ormai risolta a loro favore la situazione e necessitando 
interventi militari antipartigiani in altre aree del paese, avevano richiamato la legione Tagliamento 

sull'Appennino tosco-marchigiano, lasciando la Valsesia senza propri presidi militari, da Alagna sino ai confini di Gattinara. I partigiani avevano approfittato della situazione calando a valle dagli alpeggi in cui avevano trascorso il periodo da aprile ai primi giorni di giugno e si erano attrezzati per gestire la nuova realtà. In quei giorni i comandi procedettero a numerosi nuovi arruolamenti, che alimentarono oltre 

misura la dimensione del movimento di liberazione; affluivano in Valsesia da varie parti del territorio, soprattutto dalla pianura, i giovani delle classi richiamate alle armi. Vi erano difficoltà logistiche a 

organizzare tutte le nuove reclute: mancavano le armi, i viveri erano scarsi e soprattutto non c’era tempo per addestrarle adeguatamente alle difficoltà e gli imprevisti della vita alla macchia. Quando si profilò il ritorno di reparti nazifascisti, i comandi partigiani decisero di far confluire tutti verso Alagna per provvedere allo sganciamento tramite i sentieri delle valli laterali, secondo la tattica già sperimentata in occasione del rastrellamento di aprile. Questa volta però si trattava di muovere più di un migliaio di persone, molte delle quali non avevano alcuna dimestichezza con la montagna e neppure calzavano scarpe adeguate: lo sganciamento si trasformò in una ritirata in cui ci furono molti arresti, anche a causa della presenza di una rete di fedelissimi al fascismo. Tra gli arrestati otto carabinieri e sette partigiani furono fucilati presso il cimitero di Alagna il 14 luglio.

C.S. ANPI Varallo, M.C.T.

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