Dal 28 al 30 agosto i volontari di Cuore Attivo Monterosa, che vede tra le loro fila anche volontari della Valsessera, sono stati impegnati nel trasporto di aiuti alla popolazione ucraina: destinazione Sambir nell’oblast di Leopoli.
“Un viaggio di 3.300 chilometri totali che ci ha portati per la quarta volta presso il monastero ortodosso di Sambir dove ad accoglierci come sempre con un abbraccio c’era l’amico e prete (pope) figlio di Marya, il nostro contatto dall’inizio della guerra – spiega Rosella Giuliani, già medico di base dei comuni di Pray e Coggiola - I bisogni della popolazione che vive nelle zone dei combattimenti sono ancora molti e a questi si aggiungono le necessità dei reduci e dei feriti. Questi ultimi tornano dalle zone di guerra con ferite non solo fisiche ma anche psicologiche gravi”.
Tra le richieste infatti vi erano sedie a rotelle, presidi per deambulare, antidolorifici e medicinali a cui non hanno accesso gratuitamente. “Nel paese si sono formati gruppi di volontari che cercano di portare aiuto alle persone più in difficoltà – sottolinea Giuliani - La nostra presenza ed il nostro aiuto è stato accolto con un 'piacere commosso' e stupore in quanto gli aiuti esterni ora sono molto diminuiti fino quasi a scomparire. Entrando nel paese non abbiamo visto segni diretti della guerra in atto ma si respira un atmosfera di paura e di palpabile precarietà. In totale sono stati consegnati 58 colli per un totale di 3.400 articoli tra cui sedie a rotelle, due gruppi elettrogeni, medicinali, materiale per medicazioni, prodotti alimentari di vario genere e indumenti”.
La missione è stata resa possibile non solo per l’impegno di CAM ma soprattutto dalla sensibilità di singoli o aziende che credono nel valore della solidarietà. “Ringraziamo Caritas Coggiola che ci ha offerto il mezzo di trasporto, farmacie della Valsessera e Valsesia, e tutti i privati che sempre sostengono le iniziative di Cuore Attivo Monterosa” conclude Giuliani.