CRONACA - 22 novembre 2025, 11:00

Ornella Vanoni, voce eterna: da Sanremo al primato al Premio Tenco, la donna che ha cambiato la musica italiana

Interprete raffinata, simbolo di eleganza e libertà artistica, fu la prima donna a vincere il Premio Tenco nel 1981. Una vita tra teatro, Sanremo, canzone d’autore e rivoluzioni culturali che hanno segnato il Paese.

Ornella Vanoni, voce eterna: da Sanremo al primato al Premio Tenco, la donna che ha cambiato la musica italiana

Ornella Vanoni, voce eterna: da Sanremo al primato al Premio Tenco, la donna che ha cambiato la musica italiana

Ornella Vanoni non è stata solo una delle interpreti più amate e riconoscibili del Paese: è stata un pezzo di storia italiana, culturale prima ancora che musicale. Si è spenta a 91 anni nella sua casa di Milano nella notte del 21 novembre, lasciando un’eredità artistica che attraversa più di sessant’anni di spettacolo, innovazione, rivoluzioni stilistiche e sentimentali.

Nata a Milano nel 1934, cresciuta tra collegi europei e il desiderio giovanile di diventare estetista, approda quasi per caso al palcoscenico. Nel 1953 entra all’Accademia del Piccolo Teatro, diventando allieva e compagna di Giorgio Strehler. È lì che nasce, quasi per gioco, la sua voce: prima le ballate nella messa in scena de “I Giacobini”, poi le celebri “canzoni della mala”, interpretate con una teatralità moderna, sensuale, spiazzante. Da quel momento, Ornella Vanoni non sarebbe più uscita dalla vita culturale italiana.

Negli anni Sessanta arriva la svolta: l’incontro con Gino Paoli, l’amore, l’arte condivisa, “Senza fine”. La voce si fa più morbida, più avvolgente, più adulta. Seguono cinema, teatro, televisione, tournée internazionali, successi che diventano patrimonio collettivo.

E poi c’è Sanremo, un filo rosso lungo una vita. Vanoni partecipa per la prima volta nel 1965 con “Abbracciami forte”, classificandosi al secondo posto. Torna nel 1966 con “Io ti darò di più”, nel 1967 con “La musica è finita”, nel 1968 con “Casa bianca”, nel 1970 con “Eternità”, nel 1989 con “Io come farò”. Ritorna nel 1999 come ospite, nel 2018 in gara con Bungaro e Pacifico con “Imparare ad amarsi”, fino alle apparizioni del 2020, 2021 e 2023 come artista celebrata, amata, simbolica. Il Festival, nella sua storia, ha avuto molte protagoniste, ma nessuna mai davvero simile a lei.

Eppure, il riconoscimento più importante non arriva dalla competizione, ma dalla storia della musica stessa. Nel 1981 Ornella Vanoni entra nella storia diventando la prima donna a vincere il Premio Tenco, il massimo riconoscimento della canzone d’autore italiana. Quel traguardo non è solo personale, è culturale: sancisce che la sua voce, il suo repertorio, la sua ricerca musicale sono parte integrante della tradizione cantautorale. Fino ad allora dominio quasi esclusivo maschile. Da quel momento, non più.

Vanoni, però, non è stata mai soltanto musica: è stata ironia, fragilità, sfrontatezza elegante, spettacolo, città, incontri, cadute, rinascite. È stata “L’appuntamento”, “Una ragione di più”, “Domani è un altro giorno”, “Rossetto e cioccolato”. È stata racconto intimo e universale, senza mai assomigliare a nessun’altra.

Oggi la sua voce rimane nelle radio, nei teatri, nei vinili consumati, negli archivi Rai, nelle memorie familiari. Ma soprattutto resta viva nella canzone italiana, che senza Ornella Vanoni non avrebbe la stessa profondità, la stessa sensualità, la stessa malinconica ironia. Perché alcune voci non finiscono. Restano. Sempre.
 

Andrea Musacchio (Sanremo News)

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