COSTUME E SOCIETÀ - 03 dicembre 2025, 12:10

Ripensando ad Elisa, il ricordo di Elisa Mazzone

Ripensando ad Elisa, il ricordo di Elisa Mazzone

Ripensando ad Elisa, il ricordo di Elisa Mazzone

Per Elisa” è uno dei brani più celebri di Ludwig van Beethoven, composto nel 1810, ma pubblicato solo nel 1867, quarant’anni dopo la sua morte. La melodia del brano è immediatamente riconoscibile, con il suo dolce e malinconico tema in La minore. Beethoven, uno dei più grandi compositori della storia, ha scritto quest’opera in un periodo in cui la sua sordità stava peggiorando, eppure ci ha regalato una grande pagina di Vita. Quelle note mi risuonano dentro da giorni, da quando ho appreso la triste notizia della morte improvvisa di Elisa. Non ero preparata alla sua morte, eppure è chiaro l’ammonimento presente nel Vangelo: “State pronti”, “Estote parati”, il motto dello scautismo, che invita ad essere sempre preparati, sia nel corpo che nello spirito, a compiere il proprio dovere e ad affrontare le sfide della vita, ma anche ad essere vigili e pronti per l'ora del ritorno. Elisa aveva solo sessantasette anni, che aveva colmato di vita intensa: troppo pochi per accomiatarsi dal mondo terreno e dagli affetti più cari.

Quella di Mario e Natalia è davvero una grande famiglia, inusuale in questi tempi di inverno demografico: due figli e quattro figlie, accolti con gioia, cresciuti in serenità, abituati presto all’autonomia, alla suddivisione dei compiti ed alla collaborazione. Pier se n’era andato da molti anni, un dolore mai sopito, che mamma Natalia avrà superato solo rivedendolo nell’Aldilà.

Daniele, Chiara, Mariangela, Monica ed Elisa si erano creati delle famiglie, numerose, sull’esempio di quella d’origine. Elisa aveva avuto quattro figli: Emanuele, Valeria, Elena e Alessia, ed era nonna di ben undici nipoti. Nel suo cuore c’era posto per tutti. Era una donna straordinariamente generosa ed altruista: a chiunque bussasse alla sua porta era garantito un sorriso, una parola buona ed un aiuto concreto. Un’intelligenza vivace, supportata da una memoria prodigiosa, da sempre la contraddistinguevano: era lei ad aiutare i nipoti nei compiti, sapeva essere paziente, ma ferrea nei propositi. Teneva insieme la storia complicata di una famiglia tanto numerosa e multietnica. Amava leggere, ma aveva sempre troppo poco tempo per sé.

Alla messa funebre, concelebrata dal Parroco Don Ambrogio e da Monsignor Gianluca Gonzino, nell’omelia è stata più volte sottolineata la Fede di Elisa, che si manifestava nell’assiduità alla Messa domenicale, accompagnando Papà Mario, nel gran numero di Messe fatte celebrare per i defunti, ma soprattutto nel vivere autenticamente il Vangelo, nel saper essere stata Testimone autentica.

Quell’ultimo nipotino che correva nella navata della chiesa, sfuggendo al controllo dei genitori affranti, disegnando un girotondo intorno alla bara, ricorderà sempre la nonna allegra e scanzonata, che ora invita tutti coloro che le hanno voluto bene: “Non piangete, non tormentatevi in domande inutili, era l’ora del mio destino, ho risposto di sì con nel cuore il ricordo di tutti voi. Vi resterò accanto, la terra umida d’autunno ha coperto il mio corpo, mentre la mia anima leggera vi ha stretti in un abbraccio”.

La saggezza di Papà Mario, pronto sempre ad accettare la volontà del Signore, come Giobbe accoglie i limiti imposti da Dio all'uomo nella sua comprensione e nel suo potere: la sua famiglia sarà ancora una volta la sua forza.


Piera Mazzone

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