/ CRONACA

CRONACA | 16 ottobre 2019, 16:50

Anni di botte e persecuzioni, donna trova la forza di denunciare il marito e spedirlo in carcere

Dopo le ennesime botte in casa davanti alla figlia la vittima ha trovato il coraggio di denunciare il marito: una guardia giurata ora arrestata dai carabinieri di Vercellli per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

Anni di botte e persecuzioni, donna trova la forza di denunciare il marito e spedirlo in carcere

Percossa e perseguitata. Questa la vita che da anni era costretta a subire una giovane donna dal marito. Più volte, tirando in ballo una gelosia accecante, l'ha picchiata selvaggiamente facendola finire in ospedale, ma lei non aveva detto nulla. Non voleva creargli problemi al lavoro.

Dopo le ennesime botte in casa davanti alla figlia tuttavia, la vittima ha trovato il coraggio di denunciare il marito: una guardia giurata ora arrestata dai carabinieri di Vercelli per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

La vicenda trae origine da una precaria situazione familiare che ha portato alla separazione prima dell’estate dei due coniugi poiché la donna non accettava la gelosia morbosa del marito che era diventata talmente ossessionante da renderle la vita impossibile. In un’occasione la donna era stata anche picchiata. In sede di denuncia, racconterà, poi, che la prima volta aveva ricevuto uno schiaffo in volto, talmente forte, da essere costretta a rivolgersi all’ospedale per un timpano perforato. L’uomo, su insistenza della moglie, aveva “apparentemente” accettato di allontanarsi di casa ma in realtà continuava a controllarla,“tempestandola” di telefonate e messaggi per seguirne gli spostamenti.

Nel mese di settembre la situazione, tuttavia, è peggiorata, poiché all’uscita della palestra della figlia veniva avvicinata dal marito, in uniforme da guardia giurata (armato), che l’aveva strattonata ripetutamente, cercando di convincerla a riallacciare la relazione. La vittima si era rivolta alla Questura chiedendo aiuto, senza tuttavia voler presentare una vera e propria denuncia, per timore di far perdere il posto di lavoro del marito. Questa sua titubanza, tuttavia, le è stata, in qualche modo, deleteria, poiché verso l’ultima decade del mese di settembre, è accaduto l’ennesimo episodio di violenza, molto più grave dei precedenti. Il marito si è presentato in casa e, accecato letteralmente dalla gelosia, ha cominciato a percuoterla facendole sbattere la testa contro il muro asserendo che la stessa secondo lui aveva una relazione con un altro uomo. Nonostante le rassicurazioni ricevute dalla moglie, lo stesso non le credeva, continuando a picchiarla, lanciandole addosso suppellettili ed elettrodomestici. La violenza veniva commessa alla presenza della figlioletta poco più che infante, che appariva terrorizzata.

In un momento di pausa, la donna riusciva a scappare di casa portando con se la figlia e chiedendo aiuto ai carabinieri che prontamente intervenivano in suo soccorso. Grazie all’empatia professionale di un maresciallo donna della stazione, la vittima riusciva a raccontare tutta la vicenda che l’aveva vista, suo malgrado, protagonista da anni, denunciando quanto le era accaduto e raccontando, altresì, che si era decisa a farlo, poiché aveva notato che lo stesso atteggiamento aggressivo lo stava subendo anche la figlia da parte del padre.

L’uomo veniva rintracciato e disarmato (sequestro della pistola d’ordinanza) e del fatto veniva informato il PM della Procura della Repubblica di Vercelli. Successivamente, pochi giorni fa, nonostante la vittima nel frattempo avesse trovato riparo presso un’latra abitazione, all’esito delle ulteriori indagini svolte  a seguito della richiesta di emissione di una misura cautelare nei confronti del soggetto, il Gip del Tribunale di Vercelli disponeva la custodia in carcere nei suoi confronti, quale unico mezzo sicuro per contenerne la possibile reiterazione dell’azione violenta e che veniva eseguita, traendolo in arresto e traducendolo in carcere.

"Trovare il coraggio di denunciare è fondamentale - ricordano dalle forze dell'ordine -: gli strumenti per difendere le vittime ci sono ma occorre intervenire prima che la situazione possa degenerare e causare una tragedia".

Redazione a.z.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore