Sta attraversando il treno partito da Torino e diretto a Milano, controllando i biglietti dei passeggeri. Una corsa tranquilla, quella del 16 agosto 2017, che però, per un addetto di Trenitalia finisce con un’aggressione e un accesso al pronto soccorso dell’ospedale di Vercelli.
Poco dopo Santhià, infatti, l’uomo si ferma a controllare il titolo di viaggio di una passeggera straniera che, dopo aver esibito un abbonamento, si rifiuta di fornire il documento d’identità comprovante la corrispondenza tra il titolare dell’abbonamento e la persona che lo utilizza. Un controllo di routine, da parte del personale, dal momento che spesso accade che un unico abbonamento nominativo venga fatto circolare tra più persone.
Alla richiesta del controllore, però, la donna si alzata in piedi e, cercando di riprendersi l’abbonamento, aggredisce l’addetto, rifilandogli uno schiaffo e uno spintone. L’uomo, perdendo l’equilibrio, finisce a terra, sbattendo il capo contro la porta dello scompartimento. A quel punto chiede aiuto al capotreno e quest’ultimo allerta le forze dell’ordine. In stazione, a Vercelli, salgono gli agenti della Polfer che fanno scendere la donna e il controllore: lui va in ospedale a farsi medicare le contusioni rimediate (la prognosi sarà di 7 giorni); lei viene condotta negli uffici della stazione e, dopo l’identificazione, denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. E' una donna nigeriana nata nel 1990 che, lunedì mattina, è stata processata davanti al Tribunale di Vercelli e condannata a 10 mesi (l’accusa aveva chiesto un anno). Nessun dubbio sulla responsabilità penale della donna che, comunque, si è nel frattempo resa irreperibile.
La vicenda finita nelle aule del tribunale di Vercelli non è purtroppo rara: le aggressioni al personale viaggiante si sono intensificate anche sul territorio vercellese. Non più tardi di un mese fa, un uomo, che aveva bloccato il treno in stazione a Vercelli, azionando il freno di emergenza, era stato arrestato dai carabinieri intervenuti su richiesta del capotreno. In quel caso il passeggero, senza biglietto e violento, si era avventato sui militari e, con un morso, aveva quasi staccato il polpastrello di un dito a uno dei carabinieri.
A fare le spese di queste situazioni, oltre al personale di Trenitalia e alle forze dell’ordine, sono spesso anche i viaggiatori, più volte trascinati in situazioni spiacevoli e potenzialmente rischiose: lo scorso anno due giovani, sempre all’altezza della stazione di Vercelli, erano state molestate da un maniaco che aveva tentato un approccio sessuale violento.
Inoltre, in varie occasioni, sono capitati episodi di scippi e furti. Da tempo, ma finora inutilmente, i pendolari chiedono che vengano posizionati tornelli per regolamentare l’accesso alle banchine e l’utilizzo dei treni, un po’ come avviene nelle metropolitane. Una soluzione di fatto mai presa in considerazione dalle ferrovie ma che, secondo chi viaggia tutti i giorni per lavoro e per motivi di studio, potrebbe già ridurre sensibilmente il numero di persone “indesiderate” che salgono a bordo dei convogli.