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CRONACA | 21 novembre 2019, 12:00

Abusi sessuali su due sorelline: la più piccola andava alla scuola materna

Accuse pesanti per un uomo di 57 anni finito a processo davanti al Tribunale di Vercelli

Abusi sessuali su due sorelline: la più piccola andava alla scuola materna

E' accusato di aver commesso atti sessuali nei confronti di due sorelline, minorenni, figlie di una parente. La più piccola delle due, all'epoca dei fatti, frequentava appena la scuola materna. E' arrivata nelle aule del Tribunale di Vercelli una delicata vicenda che vede come imputato un uomo oggi 57enne, residente in un centro della bassa Valsesia.

Secondo le accuse, l'imputato, in tempi diversi, si sarebbe appartato nella sua stanza con le bambine, costringendole ad assistere a film pornografici e obbligandole a subire pesanti atti sessuali. Episodi che le bambine, spaventate, non avevano raccontato a nessuno per molto tempo e che erano cominciati dopo la separazione dei genitori quando le sorelline, insieme alla mamma, si erano trasferite a vivere nel medesimo comune in cui risiedeva anche l'imputato.

La prima a far trapelare qualcosa, tempo dopo, era stata la più piccola delle due, confidandosi con un'educatrice dei servizi sociali che, allarmata dal racconto, aveva poi contattato i genitori e, attraverso i canali ufficiali, l'ufficio fasce deboli della Questura di Vercelli.

“La piccola – ha racconto mercoledì, in Tribunale, l'educatrice chiamata come teste dal pubblico ministero Mariagiovanna Compare – mi aveva detto che anche alla sorella maggiore era successo qualcosa. Perciò, in accordo con i miei responsabili, ho parlato con la famiglia e con le forze dell'ordine”.

Ad aprire un ulteriore scenario cupo sulla vicenda erano state le confidenze che la sorella più grande aveva fatto alla compagna del padre e uno scambio di messaggi che la ragazzina, attraverso i social, aveva avuto con un amico. Messaggi terribili, scoperti per caso dal padre delle sorelle, in cui la giovane raccontava nel dettaglio gli abusi subiti. Dopo aver scoperto la chat e raccolto le confidenze delle ragazze, padre e madre delle bambine avevano avuto un serrato faccia a faccia con il parente e poi si erano presentati alla più vicina caserma dei carabinieri per sporgere denuncia.

Tutta la chat, inviata alla Questura e poi alla Procura, è confluita nel faldone dell'inchiesta: una volta partita l'indagine, le ragazzine erano state sentite in audizione protetta con l'aiuto di una psicologa e, allo stesso modo, era stata sentita anche una compagna di scuola della maggiore. Sulla base di quanto emerso nel corso dell'inchiesta, l'uomo è così finito a processo con accuse pesantissime: secondo quanto annunciato dal suo legale, nella prossima udienza dovrebbe sottoporsi a interrogatorio, dando la sua versione dei fatti.

Dal nostro corrispondente di Vercelli - a.z.

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