/ 

In Breve

| 21 giugno 2020, 08:00

Valsesia magica e misteriosa: La ‘medica’ guaritrice processata nel 1863 e le tradizioni sulle streghe di Fobello

A cura di Roberto Gremmo

Valsesia magica e misteriosa: La ‘medica’ guaritrice processata nel 1863 e le tradizioni sulle streghe di Fobello

La donna valsesiana, come tutte le montanare, era l’anello forte della famiglia.

Lavorava come e meglio d’una bestia, stava zitta, pregava, era sottomessa al marito, allevava i figli ed era anche pratica di medicina popolare.

Per secoli era stata davvero il fulcro culturale della propria borgata ed era ascoltata e rispettava tanto più era vecchia.

Poi, con i terremoto sociale e morale provocato dal predominio borghese sulle antiche consuetidini.

Accadde perciò che nella primavera del 1863 la quarantasettenne contadina Anna Bondesio di Fobello veniva processata dal “Tribunale del Circondario” di Varallo.

La poveretta, soprannominata non per caso “La medica” era accusata di avere “da sette a otto anni a questa parte coll’esercizio della Chirurgia, imperizia nella medesima, in infrazione ai Regolamenti, cagionato alli Minardi Carlo fu Giacomo, Falcione Giovanni, Regitello Vincenzo, tutti del Comune di Fobello, Murazzo Pietro di Ferrera Cravagliana, Calzanegra Giacomo, debilitazione permanente a taluni e perdita assoluta ad altri dell’uso d’una gamba, d’un braccio, e di una mano rispettivamente” perché, con molta probabilità, cercava di curare empiricamente i suoi paesani, proprio come facevano negli stessi anni gli ‘stregoni’ nelle campagne biellesi.

Forse non sarebbe stata toccata se qualcuno non avesse informato le autorità che la guaritrice di montagna aveva “esercitato la medicina, la chirurgia e la flebotomica in detto periodo di tempo senza la necessaria autorizzazione”.

Rischiava grosse come la povera vecchia di Cervarolo massacrata perché creduta strega ed infatti l’11 giugno del 1862 la poveretta veniva giudicata al Tribunale di Varallo che si limitava a condannarla ad una modesta multa pecuniaria ma il solerte Pubblico Ministero appellava la sentenza e la povera donna doveva finire davanti alla Corte d’Appello della lontana Torino che fortunatamente n piena estate l’assolveva da ogni accusa, soprattutto da quella di aver esercitato l’arte sanitaria e questo anche perchè la Bondesio non aveva mai chiesto un soldo per curare empiricamente i suoi compaesani.

La povera “Medica” aveva rischiato di finire in mezzo a tante donne ‘devianti’, ribelli e delinquenti.

A Fobello, ovviamente, nessuno si ricorda più di questa vecchia storia di metà Ottocento, però in tutta la val Mastallone soo vive le leggende sulle streghe guaritrici o malefiche che fossero.

E’ tradizione che lungo la stradina che porta alla frazione Torno nel bosco oltre torrente dietro il cimitero dove i faggi sono più alti ed ombrosi in una località nota come “Pianel dal Strii” le fattucchiere si riunissero all’imbrunire al suono dell’‘Ave Maria’ per i loro convegni dove preparavano intrugli guaritori e benefici come quelli della povera “Medica” di metà Ottocento.

Anche oggi, a Fobello in una botteguccia che somiglia alla casa di marzapane delle fiabe si possono trovare i deliziosi ed originali “Biscutin dal strij” prodotti con farine e semi integrali da Anna Maria Tirozzio. Una specialità che... strega.

Saremo grati a chi vorrà segnalarci realtà analoghe a quelle esaminate in questo articolo scrivendo a storiaribelle@gmail.

Per approfondire questi argomenti segnaliamo un libro pubblicato da Storia Ribelle casella postale 292 - 13900 Biella.

Roberto Gremmo

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore