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Mollia-Campertogno | 31 marzo 2021, 08:27

Campertogno e il suo museo della Parrocchia. Un gioiello da scoprire

Campertogno e il suo museo della Parrocchia. Un gioiello da scoprire

Su iniziativa del parroco di Campertogno, Don Pier Cesare De Vecchi prende vita un museo che raccoglie circa cinquecento oggetti tra dipinti, sculture lignee dorate e policrome, arredi, suppellettili e oreficerie sacre.
Tele, statue, candelieri, paliotti, calici, provengono per lo più dall'antica parrocchiale, esistente prima dell'edificazione dell'attuale chiesa nel XVIII secolo, come ad esempio l'originario altare ligneo piramidale del 1660 completo di basamento, formelle e statuine dorate.

Una notevole parte della collezione proviene anche dagli oratori e dalle cappelle periferiche, esposti purtroppo inesorabilmente a furti e manomissioni.
Tra i dipinti  quello ad olio su tela di Melchiorre D'Enrico, firmato sui lembi del drappo steso sopra la croce, e che raffigura la processione votiva delle Congregazioni di Campertogno al Sacro Monte di Varallo per essere scampati alla tremenda peste di manzoniana memoria che aveva comunque mietuto ventotto vittime.

La raccolta di tanti tesori d'arte testimonia quanto rilievo abbia avuto quest'area valsesiana in cui per secoli si sono avvicendate dinastie di importanti artisti non solo operanti sul territorio, ma attivi anche nell'area torinese, lombarda e addirittura francese.
Erano ebanisti, scultori, frescanti, orafi, decoratori e stuccatori che mantennero sempre saldi i legami con il luogo natio.

Testo di Don Pier Cesare De Vecchi con note di Silvano Pitto

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