Se l'Italia vince lo fa bene. Con indosso la maglia tricolore, in una tappa regina così come era successo per Davide Bais a Campo Imperatore, Filippo Zana regala speranza al ciclismo italiano.
Lui e Marco Frigo sono il futuro senza dubbio. Classe 99 entrambi devono crescere tanto ma hanno qualità. A mio avviso non per lottare più avanti per una top ten al Giro. Quello no. Li vedo come cacciatori di tappa, buoni scalatori. La loro fortuna è avere dietro squadre come la Jayco AlUla e la Israel che non gli metteranno pressioni per fare risultati.
Zana ha fatto sempre bene in questa edizione della Corsa Rosa: a supporto di Dunbar sul Monte Bondone dopo essere stato in fuga e poi nella Terni-Fossombrone, terzo all'arrivo. In quel caso gli era arrivato davanti, secondo, Gee, compagno di fuga ieri poi arrivato al traguardo quarto.
La sfida è stata con Pinot, vecchia volpe, tutto cuore, ora settimo in generale, che sarà alle ultime corse della carriera e che anche in Val di Zoldo ha dovuto ammainare bandiera bianca sul più bello. Il campione italiano infatti lo ha sverniciato in volata. Spettacolare. Da vedere e rivedere.
Dietro nel gruppo dei big i gregari sono stati fondamentali. Dennis-Bouwman e Kuss per Roglic sono stati preziosi con il loro forcing e lui stesso ha dato l'impressione di aver tenuto le energie per gli ultimi 3 giorni. Ho capito poco la tattica della Ineos che con Arensman e De Plus potevano fare molto di più per un Thomas che comunque sia si è difeso alla grande.
Ha patito Almeida, supportato alla grande da Vine (che però poi è andato dritto in discesa). Si sa, il portoghese quando sembra crollare poi invece limita i danni anche se lo sloveno della Jumbo però lo ha superato in classifica. Caruso lascia per strada un minuto ma è sempre cuore da vendere. Delude Carthy che perde tre posizioni in classifica.
Tappa comunque veramente più che apprezzabile.
-3 alla fine. Ecco l'inferno delle Tre Cime di Lavaredo. Che diesel questo Giro.
IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati
Tappa 19, la Longarone - Tre Cime di Lavaredo di 183 km con 5400 metri di dislivello.
Tappone Dolomitico con Passo Campolongo, Passo Valparola, Passo Giau, Passo Tre Croci e l'arrivo ai 2304 metri delle Tre Cime di Lavaredo (rifugio Auronzo) che sarà anche la "Cima Coppi" di questo Giro d'Italia.
Secondo giorno del trittico finale che deciderà questo Giro e sarà molto importante aver recuperato le energie dalla tappa di ieri perché oggi ci vorranno tutte.
Le squadre dovranno saper muovere bene i propri corridori per non lasciare isolati i capitani troppo presto. Staremo a vedere se il vincitore del Giro verrà fuori già oggi o se dovremo attendere la cronometro di domani.
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