Osservare i tetti delle dalla cima di un monte è esperienza rara ed affascinante. Non accade spesso infatti che proprio sopra il paese si erga una cima aggettante su di esso. È il caso di Nonio, questo piccolo borgo raccolto a 476 metri d’altezza sulle colline che affacciano sul lago d’Orta in provincia di Verbania, alle cui spalle si erge l’esuberante mole del Monte Castello con la sua grande croce.
E proprio questi tetti di Nonio sono i protagonisti di un fenomeno curioso ed affasciante quale il doppio tramonto. Accade infatti che per alcuni giorni in un certo periodo dell’anno il paese gode di un doppio tramonto perché il sole nel pomeriggio scompare dietro il Monte Castello per rispuntare alcuni minuti dopo e quindi tramontare definitivamente più tardi. Un motivo in più per apprezzare questi tetti dall’alto immaginandosi un po' come fossimo noi quel sole che si diverte coi noniesi fingendo di tramontare.
L’itinerario
Per raggiungere Nonio si deve uscire dalla A26 a Gravellona Toce. Seguire per Omegna e poi salire verso le Quarne fino ad incrociare le indicazioni per Nonio dove si parcheggia comodamente nella piazzetta dell’oratorio di San Rocco o davanti al Circolo operaio Noniese. Da questo punto la mole del Monte Castello (detto anche Pizzo di Nonio) incombe precipite con i suoi boschi ed il vertice roccioso sormontato dalla grande croce.
Il Monte Castello dal parcheggio di Nonio (Ph. Mauro Carlesso)
Ci si incammina lungo la stradina con indicazioni verso i laghetti. Dopo 15 minuti su strada asfaltata si raggiunge un bivio con indicazioni. Si abbandona quindi l’asfalto, si svolta a sinistra entrando nel bosco su largo sentiero con blandi saliscendi. Si passa davanti da una casa diroccata e dopo un tratto selciato il tracciato diventa sentiero che salendo verso destra con pendenza costante raggiunge in una decina di minuti un ampio pianoro boscato che si attraversa piacevolmente fino alla località Pra Castello dove si svolta repentinamente a sinistra seguendo le indicazioni Croce di Nonio. Dopo 5 minuti, ad un tornante si incontra un bivio con opzione di salire alla cima per via ripida o ripidissima. Scegliendo quest’ultima in pochi minuti di erta salita il sentiero spiana lungo la dorsale boscosa, raggiunge un incantevole pianoro che adduce ai massi della panoramica cima del Monte Castello (mt. 781). Fino a qui calcolare un’oretta dalla macchina.
Sulla cima una ringhiera protegge dall’esposizione. Il bel panorama è rivolto verso le cime della Val Grande ed alle più lontane vette elvetiche della Val Maggia. Di fronte l’intera groppa del Mottarone ed ai piedi il bacino lacustre con l’insediamento urbano di Omegna.
Il Lago d’Orta con l’isola di San Giulio dalla cima (Ph. Mauro Carlesso)
Lasciato il Pizzo si ritorna sui propri passi lungo la groppa boscosa fino ad individuare a sinistra una traccia che scende ad un'ampia sella caratterizzata da straordinari faggi, (possibilità di scendere direttamente a Nonio) dalla quale si sale ripidi verso la Croce di Cesara. Dopo pochi minuti il sentiero spiana sulla dorsale aperta fino alla croce (mt 787). Da questa cima la vista spazia sulla parte Sud del lago d’Orta con l’isola di San Giulio, accerchiato dalle morbide elevazioni boscose del Monte Cregn e del Monte Avigno ad Ovest e dall’onnipresente Mottarone ad Est.
La Croce di Cesara (Ph. Mauro Carlesso)
Dalla cima si torna alla sella dei faggi da dove si scende diagonalmente a sinistra raggiungendo in una decina di minuti Pra Castello. Da qui, per completare il piccolo anello si piega a sinistra pianeggiando lungamente nel bellissimo bosco fino a quando si imbocca una ripida e scivolosa mulattiera. Dopo altri 10 minuti si toccano le prime case del bel paesino di Cesara (il cui nome pare origini da un accampamento in loco di Giulio Cesare) su una pista di asfalto e cemento. Si cammina lungo via Pra Castello, via alla Costa, via Grandi e via Conti fin nei pressi dell’imponente parrocchiale di San Clemente dove si imbocca a sinistra una bellissima e pianeggiante mulattiera in direzione di Nonio. Si percorre questa bella traccia che tra ciclopi massi (arricchiti, si fa per dire…da statuette di gnomi e folletti) e dopo un passaggio davanti ad una cappelletta votiva conduce in una quindicina di minuti alle strette viuzze di Nonio.
La nota storica
Di Nonio è piuttosto famosa la sua frazione, Brolo, detto anche il “Paese dei gatti”.
La curiosa storia comincia il 10 ottobre 1756. Durante la seduta del Consiglio della Comunità, la piccola Brolo chiese la separazione, a livello ecclesiastico, dalla Parrocchia di San Biagio di Nonio e il permesso di diventare Parrocchia autonoma; tale richiesta fu accolta con ironia dai noniesi affermando che: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratt metarà su al friol” che tradotto significa: “Quando Brolo diventerà parrocchia, il topo si metterà il mantello”.
Ma Brolo non si è arresa e dopo più di dieci anni, il 27 aprile 1767 ha ottenuto la firma del decreto di erezione della nuova Parrocchia di Sant'Antonio Abate di Brolo.
Nell’accezione ironica e campanilistica quindi gli abitanti di Brolo, come i gatti, hanno cacciato i parrocchiani, i topi, di Nonio.
Non sappiamo quanto di leggenda e quanto di verità ci sia in questo racconto, ma di certo da allora Brolo è "il paese dei gatti" attributo assai ben richiamato dai cartelli in entrata e in uscita dal paese che raffigurano i felini, così come i dipinti sulle facciate delle case e i muretti, i murales e le rivisitazioni di opere d’arte di noti pittori.
Per un pranzo al sacco Veg
Un suggerimento per un gustoso pranzo al sacco vegano a impatto zero: farfrittata di ceci con finocchi e cipolle
La scheda
Località di partenza: Nonio (mt.476) –NO-
Località di arrivo: Nonio (mt.476) –NO-
Cime sul percorso: Monte Castello - o Pizzo di Nonio- (mt.781) Croce di Cesara (mt. 787)
Dislivello: mt. 300 circa
Tempo di percorrenza: ore 3 (soste escluse)
Difficoltà: E
Periodo: Sempre (con neve o ghiaccio richiede qualche attenzione)