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EVENTI | 12 marzo 2024, 15:38

Varallo, inaugurata la mostra di Giorgio Perrone: “Donne e Madonne”

Varallo, inaugurata la mostra di Giorgio Perrone: “Donne e Madonne”.

Varallo, inaugurata la mostra di Giorgio Perrone: “Donne e Madonne”.

Sabato 9 marzo in Biblioteca, ad abbracciare il portico del Cortile d’Onore, è stata la mostra di Giorgio Perrone: “Donne e Madonne”, da lui progettata ed ideata, realizzata dal figlio Luca con la moglie Annalisa e tanti Amici che hanno offerto un ricordo, un sorriso, una memoria. Nel 1997, come dono alla rinnovata sede della biblioteca, Giorgio aveva creato il “logo”, disegnando l’inconfondibile sagoma stilizzata di Palazzo Racchetti, che oggi tutti conoscono e che è diventato il blasone della “Farinone-Centa”. Il Sindaco, Pietro Bondetti, ha salutato l’uomo e l’artista, che ha decorato la cappelletta di Parone, ma anche il marito di Stefania che fu sua insegnante al Liceo a Milano. Attilio Ferla, Assessore alla Cultura dell’Unione dei Comuni Montani, ha posto l’accento sull’uomo generoso e solare che sapeva mantenere unite le generazioni.

La mostra si compone di quadri, bassorilievi, sculture, quasi tutti inediti: li conoscevano solo coloro che frequentavano la casa di Giorgio e Stefania: “Questi sono i quadri di casa, staccati dalle pareti e portati qui” ha spiegato il figlio Luca illustrando la mostra: “È stata strutturata in sezioni, come lui aveva pensato: la donna nell’eros e nella seduzione, poi nella sua consapevolezza di essere donna, nel dolore di una maternità sognata e svanita, la ripresa e la rinascita con le Madonne con Bambino, che in realtà hanno i tratti e l’abbigliamento delle donne valsesiane, che segnano il ritorno dell’equilibrio, della pace e della serenità”. L’amico Daniele Conserva, che negli ultimi due anni ebbe molte occasioni di frequentare Giorgio, che gli raccontò momenti particolari della sua vita, ha proposto, a sorpresa, una registrazione in cui Giorgio parlava proprio del suo lavoro e di questa mostra: Donne e Madonne.

Giorgio aveva un talento naturale per molte cose: dal gusto innato che si traduceva in apparecchiature di tavole simili a quadri gioiosi, al portamento da vero gentiluomo, alla capacità di disegnare con una semplice matita creando interi mondi e facendo conoscere la vera anima delle persone.

Di Giorgio Professore e poi Vice Preside del prestigioso Istituto Alberghiero di Varallo, ha parlato Alessandro Orsi, citando alcuni brani tratti dal volume che racconta la storia dell’Istituto Alberghiero: “Una storia gustosa”. In: “Ospitare e servire” Giorgio focalizzò l’essenza dell’ospitalità: “Offrire nutrimento e riposo, ma anche considerazione, rispetto, conforto”: “Il nostro servire acquista un valore aggiunto e di conseguenza il nostro operare avrà un altro significato, una motivazione ed una gratificazione in più”. Orsi ha sottolineato come Giorgio avesse focalizzato l’attenzione sui servitorelli dell’Ultima Cena al Sacro Monte, e sul: “Piatto che porgono con le due mani come se fosse un dono, quasi un’offerta agli dei”.

L’Alpino Giorgio Perrone è stato ricordato dal Presidente Sezionale dell’ANA, Gianni Mora, prima come Professore all’Alberghiero, quando era ancora a Villa Becchi, poi ritrovato da Alpino, ruolo in cui manifestava la sua disponibilità unica: “Era sempre pronto a creare una pagina per lo Scarpun, una locandina, una brochure: purtroppo l’anno scorso ci ha fatto lo scherzo di andarsene proprio mentre eravamo all’adunata di Udine”. Anche Ferruccio Guaschino Capogruppo di Varallo, è intervenuto ricordandone, la disponibilità e la generosità: “Una volta che eravamo in difficoltà nel servire un numero di persone molto superiore rispetto a quello che ci eravamo attesi, ci inquadrò perfettamente e tutto andò magnificamente”. Maura Zanfa e Ausilia Antoniazzo hanno ringraziato Giorgio per aver dato nuova vita alle figure della “patronesse” degli Alpini, per le quali aveva anche creato un artistico foulard. Vittorio Ramella, guardiapesca, ha ricordato come Giorgio fosse riuscito a cucinare un risotto da signore, “Come del resto era lui”, con tre soli piccoli pesci persici, e ha fatto immaginare a tutti i presenti la “marmorata in bella vista” preparata come solo uno chef da Grand Hotel può fare. A proposito di pesca non poteva non intervenire il Presidente Onorario dell’Associazione Pescatori, il Maestro Arturo Pugno, compagno di scuola di Giorgio, ricordando la “banda” creata al Sacro Monte e il piccolo rifugio ricavato da un enorme tronco di castagno in cui venivano nascoste i tirasass, proprio come nel celebre romanzo: “I ragazzi della Via Pal”.

L’uomo del Carnevale è stato tratteggiato da Giovanni Regis: “Per me, che iniziavo a inserirmi in quella fantastica avventura, Giorgio era un totem, un mostro sacro, simpatico, eclettico, spiritoso”. Accanto c’era anche l’amante della montagna, ricordato da Silvano Pitto, Presidente della Commissione: “Montagna antica, montagna da salvare” che ha portato in mostra, come omaggio per i visitatori, le undici cartoline, ricavate dai Poster Arte del Cai, da lui disegnati per tanti anni: “Nella casa di Solivo, in Val Sermenza ci ospitò più volte con grande generosità”.

Sempre impeccabile, amato da tutti coloro che lo avvicinavano, Giorgio non sapeva proprio dire di no a nessuno: come non citare la collaborazione con il Comitato Carnevale e il Comitato Alpàa? Tutto reca l’inconfondibile segno della sua matita e la gioia dei suoi colori.

Nella vetrina della Biblioteca, per tutta la durata della mostra saranno esposti i libri curati, o illustrati, da Giorgio: dal “Ricettario Valsesiano”, una “carrellata” sui piatti più antichi e tipici della nostra cucina, a quelli realizzati con il figlio Luca, con il quale condivideva tante passioni, da quella del fumetto e per la storia della nostra Valle erano nati: La Storia di Fra Dolcino e Storia della Resistenza in Valsesia.

Il dialogo con il pubblico prosegue attraverso il Quaderno delle firme che si è già arricchito di nomi e di interessanti osservazioni. La mostra sarà visitabile fino al 18 marzo, negli orari di apertura della Biblioteca e nei fine settimana.

C.S. Piera Mazzone

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