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LINK | 22 marzo 2024, 10:07

Supply chain alimentare: il ruolo chiave dei trasporti refrigerati

Complici una maggiore consapevolezza e un crescente interesse sulla sicurezza di ciò che quotidianamente si porta in tavola, i consumatori sono più attenti alla qualità dei prodotti agroalimentari rispetto al passato. Il settore oggi è chiamato a rispondere a quest'esigenza con un approccio trasparente e all'avanguardia, finalizzato alla tutela dei beni e ad assicurare un'elevata garanzia di qualità.

E alla luce del quantitativo di alimenti deperibili che ogni giorno attraversano il paese, è necessario porre una maggiore considerazione alla supply chain alimentare: un processo che non può essere lasciato al caso e in cui ad avere un ruolo di primo piano sono i trasporti refrigerati.

Come preservare la qualità dell'agroalimentare tramite i trasporti refrigerati

Per preservare i beni deperibili e l'elevata garanzia di qualità che deve necessariamente contraddistinguerli, la supply chain dell'agroalimentare non può prescindere da un ottimale sistema di trasporti refrigerati.

In questo contesto, affidarsi a operatori specializzati nei collegamenti tra produttori dell'agroalimentare e distributori permette di ottimizzare la gestione della catena di approvvigionamento.

Si tratta di aziende di riferimento come STEF, realtà attiva da oltre 30 anni in Italia che si contraddistingue per un elevato livello di servizio, come testimonia anche il possesso della prestigiosa certificazione internazionale IFS Logistics.

Nel dettaglio, i trasporti refrigerati di STEF permettono di usufruire di un servizio flessibile e su misura per la movimentazione di alimenti freschi, termosensibili e surgelati.

L'azienda inoltre dispone di mezzi refrigerati e di infrastrutture efficienti, capaci di far fronte a tutte le esigenze in fatto di temperatura di ogni realtà a livello nazionale e internazionale.

Trasporti refrigerati: per quali prodotti sono indispensabili?

Attraverso il trasporto refrigerato, i beni deperibili possono giungere sugli scaffali della piccola e della grande distribuzione in possesso di tutte le loro caratteristiche organolettiche e qualitative.

Affinché ciò accada, ma soprattutto per evitare l'innesco di quei processi di deterioramento responsabili di compromettere la salubrità dei prodotti, è fondamentale rispettare la catena del freddo, un meccanismo che prevede il mantenimento degli alimenti all'interno di un intervallo di temperatura specifico, sin dal momento in cui lasciano lo stabilimento di produzione.  

I range da rispettare in una supply chain a temperatura controllata sono tre e variano in base alla tipologia di beni agroalimentari. Per i prodotti freschi, il range oscilla da un minimo di 0°C a un massimo di 4°C, ed è richiesta un’articolata fase di organizzazione affinché il trasporto, lo stoccaggio in appositi magazzini refrigerati intermedi – nonché le necessarie operazioni di movimentazione e distribuzione – siano condotte all'interno del medesimo intervallo.

La stessa attenzione deve essere garantita ai prodotti surgelati, una categoria di beni il cui trasporto richiede non soltanto competenza e soluzioni tecnologiche all'avanguardia, ma anche una vasta gamma di mezzi e risorse immobiliari a temperatura negativa, che deve sempre attestarsi tra i -25°C e i -18°C.

Infine, per quello che riguarda i prodotti termosensibili, vale a dire tutti quelli che richiedono una conservazione a temperature comprese tra i 18°C e i 25°C, gli operatori specializzati effettuano il trasporto ricorrendo ad apposite celle a temperatura dry/ambient dedicate.

Operando secondo queste linee guida, è possibile preservare i livelli qualitativi dei beni da ogni minima variazione termica, indipendentemente dai gradi percepiti all'esterno e dalle diverse stagioni dell'anno.

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